L’articolo che ripropongo qui in basso è presente nel libro “Il Diavolo è nei dettagli” in vendita su Amazon e spiega cosa potrebbe essere accaduto nei giorni in cui Elliott ha escusso il pegno in Lussemburgo.
Una premessa: il fondo Elliott è diventato proprietario del Milan escutendo il credito nei confronti di Yonghong Li. Il credito nei confronti del club, invece, lo ha trasformato in equity nel settembre del 2018.
[private]In definitiva, quindi, Elliott ha ereditato una situazione come nessun altra proprietà al mondo: zero debiti ed un fatturato di 213M netto + 42M di plusvalenze. Fino ad oggi hanno iniettato solo 50M rispetto ai soldi prestati precedentemente al club e che, successivamente alla conversione del debito in capitale, hanno portato il patrimonio netto del Milan a +170,5M.
E’ per questo motivo che, per quanto riguarda esclusivamente la perdita dell’esercizio 18-19, Elliott non ha alcuna ragione di procedere ad ulteriori aumenti di capitale per ripianare il deficit che verrà approvato tra poche settimane.
Stralcio dell’ultimo bilancio 2017/2018:
Tecnicamente nel passaggio da Yonghong Li ad Elliott il Milan non ha mai rischiato nulla in quanto, come detto, il bene escusso è stato il veicolo controllante e non il sottostante. Certamente, una volta acquisita la proprietà, Elliott avrebbe potuto smantellare il club ma non era suo interesse svalutare un asset che, invece, ha deciso di gestire con oculatezza puntando soprattutto sul progetto stadio. Tutto nell’ottica di una futura rivendita che possa consentire al fondo un margine di guadagno molto alto.
L’unico momento in cui il club potrebbe aver rischiato qualcosa è nei mesi di maggio/giugno 2018, giacché andavano rispettati adempimenti di natura finanziaria relativamente all’iscrizione al campionato, tra cui l’indicatore di liquidità nella misura minima dello 0,6, che misura il rapporto tra attività e passività, indice migliorato con la posticipazione di una parte del bond (15M) al 30.06.19 grazie al consenso di Elliott.
Ecco un altro stralcio sempre tratto dal libro “Il Diavolo è nei dettagli”:
“I prossimi fondamentali adempimenti che il Milan dovrà rispettare per potersi iscrivere al campionato sono quelli scadenziati in data 23 maggio e 6 luglio, e non è escluso che, proprio in ragione di ciò, possano arrivare altre novità sul rifinanziamento.
La prima scadenza riguarda il deposito presso la CO.VI.SO.C. del prospetto relativo al “pareggio di bilancio”, calcolato secondo quanto previsto dal Comunicato Ufficiale n. 263/A del 27 gennaio 2016 di cui abbiamo parlato in premessa.
La seconda scadenza riguarda l’impegno economico della proprietà. Infatti qualora (come assai prevedibile) il Milan non riesca a contenere il proprio deficit nella forbice che abbiamo indicato più sopra (25% della media degli ultimi due valori della produzione), dovrà intervenire la proprietà con il ripianamento dell’eventuale deficit di bilancio rispetto alla deviazione accettabile.
In particolare, in caso di mancato rispetto dell’indicatore di Liquidità al 31 marzo 2018 nella misura minima di 0,6, la contestazione da parte della Co.Vi.So.C. verrà effettuata entro il 18 giugno 2018. Il ripianamento della eventuale carenza finanziaria potrà essere effettuato, entro il termine del 6 luglio 2018 ai fini del raggiungimento della misura minima dell’indicatore di Liquidità mediante le seguenti modalità:
a) versamenti in conto futuro aumento di capitale;
b) aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato;
c) finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci.
Nel nostro caso, quindi, Yonghong Li dovrà mantenere gli impegni garantiti fino ad ora, ossia continuare con gli aumenti di capitale e ripianare il deficit.
Ed in questo senso può essere letto il recente incontro con Elliott. Infatti la modifica inerente la restituzione di una parte del debito nei confronti del fondo americano, oltre a garantirci più risorse per il prossimo calciomercato, può consentirci maggiore agibilità e quindi semplificare nell’immediato gli adempimenti di natura finanziaria che, come avete letto, da qui a breve dovremo affrontare”
Qui di seguito, invece, l’articolo presente nel libro “Il Diavolo è nei dettagli” che spiega i possibili retroscena relativi all’escussione del pegno in Lussemburgo:
Elliott proprietario in tre giorni: ecco cosa potrebbe essere successo in Lussemburgo – articolo inedito –
Mr Li è stato fatto fuori, il comunicato di Elliott è chiaro: “La proprietà e il controllo della holding che detiene la maggioranza del capitale sociale di AC Milan sono stati trasferiti a fondi gestiti da Elliott Advisors (UK) Limited (“Elliott”). Tale trasferimento è avvenuto all’esito dell’escussione di alcune garanzie a seguito dell’inadempimento, da parte del precedente proprietario di AC Milan, delle proprie obbligazioni nei confronti di Elliott.”
La certezza è arrivata il 12 luglio, quando nella camera di commercio lussemburghese, dopo le conferme riguardanti l’esercizio dell’art. 6.4 degli statuti delle controllanti (con il cambio di amministratori in data 9 e 10 luglio) veniva depositato questo documento, in cui si chiarisce che Project RedBlack, creditore pignoratizio nonché golden shareholder (con una sola azione da 1 euro), a seguito dell’inadempimento di Mr Li relativo al contratto stipulato in data 13.04.2017, ha escusso le 11.999 azioni di Rossoneri Sport Investment Lux:
Alla base di tutto ciò ci sono degli accordi che non verremo mai a sapere secondo i quali le parti, probabilmente in deroga alla normativa vigente, non solo hanno concordato in favore di Singer una escussione stragiudiziale (venerdì default, martedì sera comunicato in cui si afferma di aver preso la proprietà e il controllo), come peraltro confermato anche dalla Gazzetta dello Sport, ma che soprattutto il valore del club, in caso di mancato rimborso legato all’anticipazione bancaria di 32M, scoperta da garanzia, fosse uguale al credito vantato da Singer, e che ciò gli concedesse il diritto di escutere i pegni a monte (controllanti) senza bisogno di passare attraverso una stima del Tribunale.
Un anno fa, quindi, il fondo Elliott e Mr Li potrebbero aver stipulato una serie di accordi che in Lussemburgo sfiorano il divieto del patto commissorio, senza violarlo (in Italia, viceversa, sarebbe stato letteralmente calpestato):
- Pegni a valle (azioni AC Milan, conti correnti del club). Logica: evitare che Mr Li avesse la disponibilità del bene dato in garanzia. La procedura di escussione, in questo caso, a parere dello scrivente probabilmente sarebbe avvenuta in Italia, ma l’idea di Singer ovviamente non è mai stata quella di utilizzare questi pegni.
- Pegni a monte (azioni controllanti AC Milan: Rossoneri
Sport/Rossoneri Champion). Logica: acquisire il controllo del club sfruttando
gli accordi con Mr Li che derogavano alla disciplina locale e che stabilivano
che, qualora ci fosse stato default su un’anticipazione bancaria (com’è
accaduto sui 32M) scoperta formalmente da garanzie, il fondo Elliott avrebbe
avuto il diritto di escutere il pegno sulla interezza delle azioni, e
assegnarsi le stesse in pagamento del debito complessivo, garantito e non.
Contestualmente, inoltre, molto probabilmente hanno attribuito un valore del
bene impegnato (AC Milan) pari al debito, convertendo l’eventuale extracredito
in garanzia a Elliott sui 32, non garantiti da pegno.
Come può essere possibile, infatti, che Mr Li possa vantare tutt’ora un extracredito se Elliott è già diventato proprietario dei veicoli senza passare attraverso una stima del Tribunale? Evidentemente c’erano degli accordi tra le parti che lo prevedevano, e al Tribunale è stata soltanto notificata l’escussione, che tuttavia ha avuto un percorso stragiudiziale, quindi molto più sbrigativo. - Statuto delle controllanti: ulteriore garanzia di cui già abbiamo parlato, ossia diritto di veto su proposte di acquisto ex art. 9.8, e sostituirsi nei diritti sociali in caso di default, ex art. 6.4. Evidentemente, quindi, l’art. 6.4 è stato propedeutico alla escussione, in quanto grazie ad esso Elliott, dopo aver notificato l’escussione in Tribunale (proprietà), ha cambiato tutti i CDA (controllo) a monte e tra poco lo farà anche a valle (AC Milan, com’è notizia di ieri).
Stando così le cose, inoltre, è chiaro che il fondo americano è divenuto proprietario escutendo soltanto il debito a monte, ossia il pegno sulla controllante Rossoneri Sport Investment Lux, a cui aveva prestato 180M + interessi all’11%. Singer dunque si è appropriato del Milan per circa 250M, ossia la somma tra il prestito concesso a Mr Li più i 32M di anticipazione bancaria.
Per il momento, invece, il debito del club (pari a 123M + interessi) è rimasto intatto e siamo in attesa di scoprire se verrà rifinanziato o trasformato in equity attraverso aumenti di capitale (oggi sappiamo che è stata utilizzata la seconda strada, ndr).
Questa è ovviamente una interpretazione sulla base dei fatti che abbiamo scoperto negli ultimi giorni. La realtà credo che non la verremo mai a sapere.
Un saluto rossonero a voi tutti[/private]