In base a quanto riportato da Radio Rossonera (Link) il Milan starebbe guardando con forte interesse alla città di San Donato per la costruzione del nuovo stadio di proprietà. La zona dista 11km dal Duomo di Milano ed è ben collegata dai mezzi pubblici. Ma quale sarebbe l’iter burocratico da seguire?
Dalla lettura dell’ultima delibera pubblicata sul sito del Comune di San Donato in data 1 luglio 2021, atto con cui veniva varato il progetto Sportlifecity, è possibile leggere che “il Documento di Piano [D.d.P.] del P.G.T. vigente prevede che gli interventi edilizi che interessino l’ambito di trasformazione “AT.SS” denominato San Francesco, devono essere subordinati all’approvazione di un Programma Integrato di Intervento (P.I.I.), ai sensi dell’art. 14 e art. 92 della LR 12/2005”.
Per chi non lo sapesse, Sportlifecity srl è la società che vorrebbe realizzare un polo sportivo nell’area che interesserebbe al Milan. La proprietà di Sportlifecity è al 90% di Cassinari&Partners Holding d’investimento, e al 10% di Compagnia Finanziaria Sviluppo immobiliare.
In una delle precedenti delibere, il Comune di San Donato ha rivelato che nel 2018 è stato costituito un Consorzio di Lottizzazione dell’area (Link e Link). Dall’atto pubblico è possibile risalire ai dettagli: il venditore, Asio srl, ha ceduto a Cassinari un’area gigantesca pari a mq 247.754 (25 ettari). Quest’area rappresenta l’83,59% delle aree complessive. Unitamente agli altri terreni che fanno parte del consorzio e che in caso di non adesione sono oggetto di esproprio, parliamo in tutto di circa 300.000 mq già destinati a uso sportivo, privi di vincoli e subito disponibili.
Interessante notare come l’area sia molto simile a quella in cui sorge l’Allianz Arena, stadio del Bayern Monaco, circondata da snodi stradali e distante 15km dal centro storico. Cliccare sulle immagini per ingrandirle:


Per accogliere il progetto dell’AC Milan va modificato l’attuale Programma, c.d. Piano Attuativo. Ergo prima va fatta richiesta di variante al Piano Attuativo. In base alla normativa, la Giunta deve esprimersi entro 3 mesi; oppure, se ci sono richieste di chiarimenti, entro altri 3 mesi dal deposito dei chiarimenti. Se il Piano viene adottato/recepito, si pubblica per 15 giorni nella segreteria comunale. Durante il periodo di pubblicazione chiunque può prenderne visione e fare osservazioni. Entro 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione delle osservazioni, a pena di inefficacia degli atti assunti, la Giunta comunale approva il piano attuativo decidendo nel contempo sulle osservazioni presentate. Se il termine iniziale di tre mesi (+ eventuali altri 3) non viene rispettato, si può chiedere l’intervento sostitutivo della Regione che nomina un commissario ad acta. A quel punto entro 2/3 mesi si conclude l’iter.
Senza considerare l’ipotesi peggiore dell’intervento regionale, l’iter è quello indicato da Radio Rossonera: ossia 6/12 mesi per avere un nuovo Piano Attuativo, quindi un progetto che sostituisca in variante l’attuale già varato dal Comune. Da verificare se il progetto del Milan richiederà un consumo di suolo maggiore rispetto all’attuale progetto che, su complessivi 300.000 mq, ha usato 108.000 di superficie lorda di pavimento, mantenendo circa 100.000 di aree verdi. Il resto è stato usato per viabilità, parcheggi (5.000 posti), terziario. Questi numeri verranno inevitabilmente modificati dal progetto del Milan.
Purtroppo il dibattito pubblico non è eliminabile, quindi ai 6/12 mesi vanno sommate le tempistiche per il dibattito, ossia altri 6 mesi circa. Se queste tempistiche non verranno modificate dal recente DPCM sugli stadi e se il club avvierà l’iter entro aprile/maggio, i lavori potrebbero iniziare tra la fine del 2024 e i primi mesi del 2025. Lo stadio sarebbe pronto per la stagione 2028/29.
Ma il veicolo che dialogherà col Comune sarà sempre Sportlifecity srl? Il Milan diventerà socio di questo veicolo o lo rileverà dalla holding di Cassinari? Quanto costerà rilevare “il pacchetto”? Questo per ora non è dato saperlo. Gli accordi con Asio srl (promissario venditore dei terreni) sono stati presi da Cassinari e quindi Sportlifecity. Ovviamente la variante al Piano Attuativo può chiederla solo il soggetto che ha avviato l’iter, in tal caso Sportlifecity. Questa sarebbe l’ipotesi più veloce e che eviterebbe anche la ricostituzione del consorzio di lottizzazione (già creato da Sportlifecity). In caso contrario, qualora non si dovesse procedere in variante ma con un Piano Attuativo ex novo, allora potrebbe intervenire un nuovo veicolo giuridico (che dovrà a sua volta rilevare i terreni e ricostituire il consorzio, tempistica da aggiungere all’iter). Tutto dipenderà dalla scelta del club, cioè se vorrà comprare e modificare l’attuale progetto (via più rapida) o se vorrà crearne uno ex novo.
La zona di San Donato presenta indubbi vantaggi anche rispetto a Sesto San Giovanni perché l’area è già adibita ad uso sportivo (destinazione che non va creata da zero), non si parla di bonifiche, e c’è una volontà politica di Giunta (lista civica, no partiti) che già si è espressa a favore per la creazione di un polo sportivo. Ergo l’iter dovrebbe essere in discesa. Ma non solo: con l’approvazione del progetto, RedBird potrebbe anche valutare l’ingresso di nuovi soci strategici, magari legati alla costruzione o sponsorizzazione dello stadio. La fretta di Cardinale, quindi, può essere legata non solo ai benefici potenziali per il Milan ma anche a quelli potenziali per il suo investimento.
L’auspicio è che entro aprile vengano prese decisioni definitive e quindi si chiarisca dove il Milan vorrà costruire il suo stadio.
Avv. Felice Raimondo
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