Ci eravamo lasciati con un dubbio: “Il Milan può passare nelle mani di Elliott?”.
Avevo provato a darvi una risposta e oggi posso dirvi che, stando a quello che risulta a questo blog, quella risposta era giusta. Ma procediamo con ordine, in quanto il discorso è piuttosto complesso e comprende le vicende che da qui a pochi mesi coinvolgeranno il nostro amato club su due caldissimi fronti: rifinanziamento del debito con Elliott e Settlment Agreement con la UEFA.
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Il debito con Elliott: le mosse del club rossonero e le prospettive future.
Partiamo dai dati certi: il debito che va restituito ad Elliott si compone di due parti:
1) debito “a valle”, ossia i 123M a carico del Milan (i due bond emessi la scorsa estate);
2) debito “a monte”, ossia i 180M a carico della proprietà per l’acquisto del club;
Attualmente la società è attiva su entrambi i fronti e spera di chiudere la pratica entro marzo con la firma di documenti vincolanti, per poi ricevere materialmente i soldi verso maggio. Per quanto riguarda il debito “a valle”,attualmente vi è un’esclusiva con Merril Lynch che funge soltanto da advisore che sta valutando le opzioni migliori per rifinanziare il debito di 123M a carico del club.
Tra queste vi è la creazione di una “Good Company”. Tuttavia le cose non stannone i termini che abbiamo letto. Infatti qualora il Milan dovesse creare una newco, tecnicamente una “MediaCo” in cui far confluire tutti i crediti più robusti (diritti tv, sponsor, ecc) lo farebbe con l’unico scopo digirare i dividendi al club, che in questo modo sarebbe in grado di rifinanziare il suo debito di 123M.
Quindi il Milan non si priverebbe mai della parte sana della sua società per liquidare i debiti del proprietario, ma riproporrebbe una operazione praticamente identica a quella fatta da Roma e Inter che, con la creazione di una Good Company controllata dal club, hanno trovato più facilmente i soldi da farsi prestare per rifinanziare il debito “a valle” e allungare la scadenza. Per farvi un’idea di quello che potrebbe accadere vi invito a leggere il comunicato della Roma del 12 febbraio 2015.
Per quanto riguarda il debito “a monte”, invece, la proprietà è attiva su più fronti e se tutto va bene le tempistiche porteranno a rifinanziare anche questo debito entro la primavera. Tuttavia, qualora le cose dovessero andare male e quindi la proprietà non riuscisse a liquidare Elliott entro ottobre… il fondo americano secondo le leggi italiane non diventerebbe automaticamente proprietario del Milan ma potrebbe soltanto escutere i pegni e mettere all’asta il club per incassare l’ammontare del suo debito. Non un cent di più. Quindi la restante parte, presumibilmente la maggioranza relativa in quanto ad oggi il valore del club è aumentato, tornerebbe nelle mani di Mr Li. Esattamente come questo blog vi ha spiegato in data 15 gennaio 2018, quindi prima ancora che ne ricevesse conferma e ragionando esclusivamente sulla base degli istituti giuridici italiani e lussemburghesi.
Il mercato che dovremo affrontare con il settlement agreement.
Come avete letto poc’anzi, l’obiettivo della società è chiudere la pratica rifinanziamento entro la primavera anche perché nello stesso periodo dovremo accordarci con la UEFA per il c.d. Settlment Agreement. Ed è indubbio che qualora entrambi i debiti siano sistemati, la UEFA affronterebbe la questione con maggiore tranquillità e anche le sanzioni potrebbero essere meno impegnative.Già, ma quali sanzioni ci attendono?
Sul punto vi rimando a quanto già detto da questo blog un paio di mesi fa, in quanto anche quell’analisi – stando a quanto risulta – si è rivelata esatta. Ma veniamo ai dettagli: le sanzioni che il Milan potrebbe patteggiare sono diverse e vanno da una trattenuta sugli introiti UEFA (una piccola parte da scontare subito e un’altra sottoposta a condizione sospensiva), limitazioni nel numero di giocatori da inserire in Lista A, e anche limitazioni di natura finanziaria/economica, quindi riduzione e/o contenimento del monte salariale e saldo calciomercato in pari.
A tal proposito va fatta una precisazione. La UEFA potrebbe imporre al Milan un comportamento non dissimile da quello già imposto ad altre squadre (italiane incluse): quindi qualora dovessimo qualificarci alla prossima Europa League,ogni cambiamento nella Lista A (rispetto alla passata stagione) dovrà essere equamente compensato in termini economici.
Facciamo un esempio: se in estate il Milan decidesse di acquistare una grande punta per 70M, questo nuovo giocatore potrebbe essere inserito nella Lista A soltanto al posto di un altro che sia ceduto per un pari importo. In caso contrario il nuovo costoso acquisto non potrà essere schierato in Europa ma soltanto in Italia.
Caso 1: Entra Marco Reus a 50M ma rispetto all’ultima Lista A non vengono ceduti giocatori per un pari importo = Marco Reus potrà giocare solo in campionato.
Caso 2: Entra Marco Reus a 50M e rispetto all’ultima Lista A vengono ceduti giocatori per un importo pari a 50M (Suso a 40M e Gomez a 10M) = Marco Reus può essere inserito nella nuova Lista A e quindi giocare anche in Europa League.
Caso 3: Entra Marco Reus in prestito con obbligo di riscatto a 50M e rispetto all’ultima lista non vengono ceduti giocatori per un pari importo = Marco Reus potrà giocare solo in campionato.Infatti sotto il regime del SA per la UEFA un acquisto con diritto/obbligo è come se fosse a tutti gli effetti un acquisto definitivo.
P.S.le eventuali cessioni riguardanti i giocatori che nella passata stagione non erano inclusi in Lista A perché ceduti in prestito (Bacca,Bertolacci, ecc) potranno avere effetti positivi solo sul conto economico, ossia il bilancio del club, ma non potranno essere utilizzati nel saldo calciomercato che potrebbe imporci la UEFA.
Ciò vuol dire che al Milan non sarà vietato in assoluto fare grandi acquisti, ma semplicemente dovrà valutare di volta in volta se varrà la pena vendere qualcuno per liberare posto in Lista A. E magari anche per avere più risorse. Già, perché stando a quanto risulta il Milan ad oggi non ha bisogno di vendere nessuno e le correzioni che verranno fatte sul mercato non hanno bisogno di essere foraggiate da cessioni. Ovviamente il budget già disponibile può essere aumentato dal mercato in uscita, ma queste valutazioni verranno fatte più avanti.
Stando così le cose, nella prossima stagione potremmo trovarci di fronte a due Milan leggermente diversi: uno che gioca in Europa con una lista di giocatori X e un altro che gioca in campionato con una lista Y. La UEFA non può impedire questa eventualità, in quanto il FPF è un regolamento che non travalica i confini nazionali. Quindi il club teoricamente è libero di spendere ciò che vuole… ma se vuole utilizzare queste risorse (=giocatori) anche in Europa, dovrà sottostare ai paletti dettati da Nyon.
Questo è quanto. Nella speranza che i prossimi mesi ci portino in dote grandi risultati sia fuori che dentro il campo,
Un saluto rossonero a voi tutti.
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