Me l’avete chiesta in tanti, eccola finalmente.
Una mia simulazione del prossimo esercizio sulla base dei dati conosciuti, ossia gli incassi CL, botteghino e il calciomercato estivo così come raccontato dai giornali, più le stime plausibili per gli altri dati. In basso le foto con tutte le singole voci e gli scostamenti rispetto all’esercizio precedente, nonché i calcoli effettuati per mercato e botteghino. Non troverete da nessun’altra parte una spiegazione di questo tipo perché semplicemente nessun giornalista o sito web si è preso e/o si prenderà mai la briga di fare tutto ciò.
Vista la mole di dati sconosciuti, il margine di errore è cmq discreto; quindi il risultato d’esercizio ad oggi dovrebbe oscillare tra un -10 e un +10. Ma nella sostanza i ricavi e costi saranno in equilibrio per la prima volta dal 2006. Con la finale di CL il rischio di finire in negativo si azzererebbe. Considerate che nel passaggio dalla EL 20/21 (fuori agli ottavi) alla CL 21/22 (fuori ai gironi) lo scostamento è stato di circa 28 milioni (diritti TV della EL 20/21 pari a 16,4 milioni, diritti TV della CL 21/22 pari a 44,2 milioni). Per diritti TV e proventi UEFA si intendono i “Proventi audiovisivi da partecipazione a competizioni U.E.F.A.” in cui il Milan include tutto (premio qualificazione, market pool, bonus rendimento e premi superamenti turno).
Quindi se il Milan si dovesse qualificare per la EL 23/24 la somma che mediamente dovrebbe perdere dai diritti TV UEFA sarebbe di 69 milioni, ossia si passerebbe dagli 85 milioni 22/23 (se il club si fermasse alle semifinali CL) ai 16 milioni stimabili nella EL 23/24. Sempre se il club dovesse ripetere lo stesso andamento della EL 20/21 (fuori agli ottavi).
Ammettiamo pure che questa squadra arrivi in semifinale di EL 23/24, i minori ricavi UEFA rispetto alla 22/23 sarebbero comunque di almeno 60 milioni (purtroppo i proventi della EL sono risibili rispetto a quelli della CL, senza parlare dei minori incassi nei botteghini dei match casalinghi della EL). Questo farebbe di nuovo crollare i ricavi, segno di come il club sia ancora molto legato ai proventi della massima competizione europea. E ulteriore dimostrazione del fatto che la proprietà deve trovare un modo per rendere il club meno dipendente dal “biberon UEFA”: lo stadio di proprietà è un bene essenziale ma di lungo termine. Nel breve termine l’emorragia da ricavi la tamponi in un solo modo: sponsor, anche correlati, magari da parte di soci (Yankees ad es.) che ti permettono di programmare meglio il futuro con ricavi certi e stabili.
In caso contrario prepariamoci alle montagne russe in base ai risultati sportivi di ogni stagione (questo vale per il Milan come anche per qualsiasi altra squadra italiana di vertice). Non proprio il massimo per il futuro del club e non credo quello che si aspetta Cardinale che dubito si voglia far dettare la strategia industriale dai risultati sportivi e, quindi, dal “biberon UEFA”. In altre parole: per aumentare i ricavi e la competitività della squadra non si può aspettare lo stadio di proprietà e non si può sperare sempre di arrivare tra le prime 4. L’alea di rischio (piazzamento in campionato) non è eliminabile ma va progressivamente ridotta rispetto alla mazzata da 60 milioni che potrebbe attendere il club.
I maggiori incassi Puma ed Emirates pari a +30 e +30 (rispetto ai 15 e 15 precedenti) che partiranno dal 1 luglio 2023 produrranno un aumento dei ricavi di 30 milioni che nel prossimo bilancio certamente tamponeranno i minori ricavi UEFA legati a un ipotetico piazzamento EL 23/24. E magari qualche plusvalenza potrebbe addirittura annullare lo scostamento negativo. Ma capite bene che in queste condizioni mantenere la squadra competitiva è molto difficile e, quindi, i margini di errore della dirigenza sportiva (Maldini e Massara) si riducono al minimo. Tutto sarebbe più semplice se il club riuscisse ad aumentare i ricavi commerciali così fanno i principali top club europei (per chi vuole approfondire: Strategia industriale e calcio: come conciliare il business con il profitto e il successo sportivo?)
Buona lettura.
Situazione proventi dal 1 luglio 2022 al 30 giugno 2023:
- Proventi audiovisivi Serie A in leggera flessione causa peggior piazzamento 22/23
- Proventi audiovisivi CL in esplosione causa andamento 22/23
- Proventi da sponsorizzazioni in leggero aumento a voler essere ottimisti dato che non si è visto granché, aumento verosimilmente legato anche all’andamento CL
- Proventi da gare in esplosione causa stadio sempre pieno e prezzi alti
- Proventi da gestione calciatori in flessione: il piatto del Player Trading piange
- Proventi commerciali e royalties in leggero aumento a voler essere sempre ottimisti dato che non si è visto granché, aumento verosimilmente legato anche all’andamento CL
- Altri ricavi e proventi in flessione perché mancherà sicuramente la plus di Casa Milan
In totale i ricavi dovrebbero essere superiori ai 350 milioni.
Situazione costi dal 1 luglio 2022 al 30 giugno 2023:
- Compensi calciatori, allenatori e istruttori in aumento causa rendimento CL (nei contratti sono presenti premi anche in virtù dei passaggi del turno e non solo delle vittorie)
- Ammortamenti dei calciatori in flessione dato che rispetto all’esercizio precedente ci siamo liberati di quote importanti (Romagnoli, Kessie, Castillejo, Duarte, Conti ceduto a gennaio 2022 genera scostamento pari a metà quota)
- Svalutazioni calciatori in flessione (solo Duarte e Castillejo)
- Costi per servizi ipotizzati in leggero aumento, così come materie prime e merci.
- Accantonamenti aumentati di poco a causa della pendenza della multa UEFA
- Spese gare in aumento a causa dell’andamento in CL e degli stadi sempre pieni
- Acquisti temporanei in flessione (solo Dest e Vranckx)
- Minusvalenze dovrebbero essere assenti
In totale i costi dovrebbero essere rimasti più o meno gli stessi, quindi sopra i 350 milioni.
Avv. Felice Raimondo
Foto con rielaborazioni e dati: clicca sulle immagini per ingrandirle.




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