“Quest’anno senza la semifinale di Champions i ricavi crolleranno… garantito!”
Una frase che abbiamo sentito pronunciare spesso dal tifoso nel bar sotto casa o dall’utente sui social. Nell’approfondimento odierno capiremo per quale motivo questo rischio è stato scongiurato e in che modo il Milan riuscirà a chiudere l’attuale esercizio arrivando a circa 450 milioni di ricavi e chiudendo in sostanziale equilibrio addirittura al netto delle plusvalenze (risultato che molti altri club italiani faticano ancora a raggiungere, dovendo ricorrere al Player Trading per aumentare i ricavi e ridurre lo squilibrio economico).
Una gestione virtuosa, al punto da esserlo fin troppo se consideriamo che il club rossonero al 30 giugno 2023 spende soltanto il 31% dei ricavi in stipendi per calciatori e allenatori (34% al netto delle plus).
Le cose non cambiano se guardiamo gli ammortamenti dei soli giocatori al 30 giugno 2023, ultimi dati ufficiali disponibili per tutti: 89 milioni per l’Inter, 146 per la Juve, 50,8 per il Milan, 78,3 per il Napoli. In rapporto alle risorse a disposizione, il Milan resta il top club italiano che investe meno sulla squadra. Più in basso sarà possibile leggere tutti i rapporti dei costi rosa, inclusivi delle spese agenti, con istogrammi ad hoc.
L’analisi odierna deve necessariamente partire dall’ultimo esercizio finanziario, quello chiuso al 30 giugno 2023. Rielaborazione dati su bilanci consolidati ufficiali:
Grazie al “Cruscotto Bilancio”, strumento Excel che lo scrivente ha utilizzato per gli scopi odierni, e che contiene i dati ufficiali al 30 giugno 2023, è possibile far emergere subito lo sviluppo dei ricavi e dei costi del club rossonero, nonché proiettare nel futuro i risultati in base alle informazioni conosciute.
L’analisi, quindi, non ha la velleità di essere vangelo ma si prefigge lo scopo di far emergere con sufficiente chiarezza quei margini che il club rossonero può sfruttare per aumentare la competitività sul campo.
Nel passaggio dall’esercizio 2021/22 al 2022/23 abbiamo notato l’esplosione dei ricavi (+106,9 milioni) grazie:
- all’aumento delle sponsorizzazioni e del merchandising (complessivamente circa 130 milioni);
- alla campagna in Champions (87,9 milioni);
- al botteghino sia italiano che europeo (72,8 milioni).
Indubbiamente i risultati sportivi in Champions hanno inciso parecchio sui ricavi finali. Nessun affidamento è stato fatto sulle plusvalenze: i ricavi derivanti dalla gestione dei giocatori hanno inciso pochissimo (6,6 milioni).
Ma cosa accadrà nell’attuale stagione? Ecco la simulazione dell’esercizio 2023/24 che si basa sui dati conoscibili e sulle indiscrezioni emerse:
Innanzitutto, i proventi audiovisivi da Serie A saranno sostanzialmente identici se non leggermente migliori a causa del miglior piazzamento che il club otterrà in campionato (si ipotizza un terzo o secondo posto). Ma pure se il Milan finisse quarto i ricavi dei diritti TV nazionali sarebbero molto simili a quelli dello scorso anno.
Il decremento più evidente è legato ai proventi audiovisivi e premi coppe europee che si ridurranno di circa 33 milioni a causa del differente percorso europeo. Una botta che, però, sarà completamente assorbita dagli ottimi risultati che leggerete di seguito.
I proventi da sponsorizzazioni subiranno un netto aumento grazie ai nuovi contratti Puma ed Emirates che sono partiti dal 1° luglio 2023 (quindi dal corrente esercizio: incremento di +15 ciascuno = 30 milioni) e grazie al nuovo sponsor di manica MSC (si parla di 5 milioni a stagione). L’aumento complessivo – considerando inalterati tutti gli altri contratti e salvo altri accordi non resi pubblici – è di almeno 35 milioni.
I proventi da gare subiranno un leggero decremento a causa del differente percorso europeo, ma niente di drammatico. Infatti, com’è possibile verificare in basso, il botteghino in EL non è lontanamente paragonabile a quello in CL. Eppure, grazie anche ai maggiori incassi in serie A, il decremento sarà piuttosto contenuto: circa 6 milioni lordi. Per le ultime due gare casalinghe sono stati ipotizzati ricavi pari a 2 milioni per ciascun evento, in linea con gare di quel tipo.
FOTO RIEPILOGO RICAVI STADIO
(accessibile in fondo all’articolo, previo abbonamento alla rubrica)
Attenzione: fino ad ora i decrementi legati alla peggiore campagna europea risultano completamente assorbiti dai maggiori incrementi legati alle sponsorizzazioni.
Un grande aumento lo notiamo nella gestione da Player Trading: grazie alla cessione di Tonali e ad alcune uscite temporanee, i proventi da gestione calciatori dovrebbero ammontare a 54 milioni di euro (pari alle plusvalenze 23/24 così come anticipate nel bilancio 22/23, cioè 48 milioni, più gli incassi delle cessioni temporanee).
Sarà grazie a questo che il club registrerà un utile consistente; tuttavia, è bene sottolineare che, nonostante la peggiore campagna europea, se per assurdo il club avesse ottenuto gli stessi incassi da Player Trading della scorsa stagione (6,6 milioni), fatte salve alcune voci non controllabili (es. altri ricavi e proventi), il bilancio sarebbe stato ugualmente in equilibrio.
Questa è la differenza sostanziale tra il Milan e alcuni top club italiani: per il club rossonero le plusvalenze non rappresentano uno strumento di sopravvivenza (ossia un “fondotinta” con cui abbellire i ricavi e ridurre lo squilibrio economico) ma occasioni che si possono liberamente cogliere o rifiutare; la scelta non è dettata dal bilancio ma da ragioni squisitamente tecniche o progettuali.
Esattamente quello che è accaduto con Tonali. Player Trading a supporto del rafforzamento tecnico e che procura possibilità di spesa più elevate rispetto ad una situazione dove manca il Player Trading.
Ora passiamo ai costi. Come risulta dal “Cruscotto Mercato”, altro strumento Excel con cui lo scrivente contabilizza ogni anno il calciomercato in base ai dati diffusi dai media (per gli acquisti e stipendi) e quelli risultanti a bilancio (ammortamenti di chi viene ceduto), è possibile ricavare quanto segue.
FOTO CRUSCOTTO MERCATO 23/24
(accessibile in fondo all’articolo, previo abbonamento alla rubrica)
I compensi dei calciatori dovrebbero essere rimasti sostanzialmente inalterati perché la campagna acquisti 23/24 ha bilanciato perfettamente le uscite con le entrate. Gli stipendi dei calciatori – osservando il “Cruscotto Bilancio” – erodono il 27% dei ricavi inclusivi di plusvalenze e con gli allenatori si sale al 31% (che diventa 34% al netto delle plus). Questa rappresenta la spesa più importante per la società ma, rispetto a quella sostenuta da altri club italiani in rapporto ai ricavi (Inter, Juve, Napoli), il Milan è fanalino di coda come costo rosa e si posiziona vicino al Napoli: numeri che al momento illustrano una gestione delle risorse analoga a quella partenopea. Non ci si spinge oltre la metà dei ricavi complessivi inclusivi di plusvalenze.
Confronto squad cost rule al 30 giugno 2023:
Se sommiamo i costi per stipendi lordi della rosa (giocatori + allenatori inclusivi di premi rendimento) + ammortamenti giocatori + spese agenti 2023 (come comunicato dalla Lega) arriviamo a 202 milioni di euro: ossia il 50% dei ricavi complessivi (c.d. squad cost rule), cifra che potrebbe DECISAMENTE aumentare. Infatti, la percentuale è ben al di sotto delle soglie limite imposte dalla UEFA pari al 90% nel 2023/2024 (stagione corrente), all’80% nel 2024/2025 e al 70% dal 2025/2026 in poi.
Volendo considerare prudenzialmente il limite del 70%, cioè il 20% in più di costo rosa, il Milan in base alla situazione attuale potrebbe permettersi di spendere altri 100 milioni sulla rosa senza sforare i parametri UEFA. Con ricavi al 30 giugno 2024 pari a 450 milioni, plusvalenze incluse, il Milan potrebbe investire sulla squadra fino a 315 milioni (70% a regime UEFA, senza considerare il parametro intermedio pari all’80%).
Questa ipotesi, che salvo altre plusvalenze o aumenti importanti nel comparto commerciale produrrebbe verosimilmente un nuovo importante deficit di bilancio, è un limite volutamente esagerato ma che fa comprendere quali sono gli odierni margini di manovra di un club che sulla rosa investe “appena” 200 milioni, ossia il 50% dei suoi ricavi. Strada opposta rispetto ai rivali diretti (Juve e Inter) che hanno deficit importanti e che spendono di più sulla squadra. Esagera il Milan oppure esagera la concorrenza? Come sempre la verità sta nel mezzo: ogni eccesso è sbagliato.
“Avvocato, ma il Milan deve rispettare il Settlement Agreement della UEFA… come la mettiamo?’”
Risposta: la mettiamo benissimo! Gli attuali numeri di bilancio sono largamente rispettosi degli impegni assunti col SA che, per Milan, Juve, PSG, Monaco, Besiktas, Marsiglia, copre:
- 4 anni finanziari, ossia quelli che terminano negli anni 2022, 2023, 2024 e 2025;
- 4 stagioni calcistiche, ossia 2022/23, 2023/24, 2024/25 e 2025/26;
Lo scopo principale dell’accordo transattivo consiste nel garantire che i club rispettino i nuovi requisiti di stabilità (la c.d. football earning rules: Link), nel periodo di monitoraggio valutato nella stagione 2025/26 (cioè che copre i periodi di rendicontazione che terminano nel 2023, 2024 e 2025).
I guadagni sportivi sono la differenza tra le entrate rilevanti e le spese rilevanti (così come specificate nell’allegato J) calcolate in relazione a un singolo periodo di rendicontazione. Un licenziatario può avere un surplus di guadagni o un deficit. Un surplus di guadagni viene generato quando il reddito rilevante è maggiore delle spese rilevanti. Un deficit viene generato quando le spese rilevanti sono maggiori dei redditi rilevanti.
In altre parole, nel periodo di monitoraggio valutato nella stagione 2025/26, i club devono avere un surplus di guadagni calcistici aggregato, o un deficit di guadagni calcistici aggregato entro lo scostamento accettabile come previsto dal nuovo FFP. Lo scostamento accettabile è di 5 milioni di euro. Tuttavia, il disavanzo può superare questo livello fino a 60 milioni di euro se tale eccesso è interamente coperto da contributi o capitale proprio come previsto.
Quindi l’obiettivo dei sei club sarà quello di rispettare questi paletti finanziari e rientrare nello scostamento aggregato massimo previsto pari a 60 mln, risultato della somma degli eventuali deficit che si registreranno negli esercizi finanziari che termineranno nelle stagioni 2022/23, 2023/24 e 2024/25 (monitoraggio 2025/26).
Attualmente il Milan presenta questi ultimi risultati di esercizio, che potrebbero leggermente discostarsi dai report inviati alla UEFA (come detto rendicontati in modo differente), ma il risultato finale è sempre molto simile:
- Stagione 2022/23: + 6,1 milioni
- Stagione 2023/24: + 32 milioni (stima)
- Stagione 2024/25: (da scoprire)
Ricordo a tutti che il disavanzo massimo aggregato è di -60 milioni, mentre il Milan attualmente si troverebbe a quasi +40 milioni di utile (aggregato stagioni 22/23 + 23/24). Ciò vuol dire che, paradossalmente, nella stagione 2024/25 il Milan potrebbe permettersi un deficit di 100 milioni rispettando ugualmente i parametri UEFA.
Lo avreste mai pensato? Chiaramente non accadrà mai, ma questo è un ulteriore indizio che fa comprendere a tutti come il club abbia margini di espansione clamorosi e del tutto inutilizzati. Aggiungo in maniera consapevole. Motivo? Bisogna chiederlo alla proprietà: è stato garantito un certo business plan agli investitori? RedBird deve produrre valore ma il modo in cui pensa di farlo, quindi il programma di sviluppo, resta ignoto. Lo stadio ne fa certamente parte. Sul resto, chissà. Possiamo solo scoprirlo dai numeri, come quelli che leggete in questa analisi.
Ciascun club sotto settlement agreement, inoltre, si impegnerà a inviare alla “polizia finanziaria” della CFCB un primo report entro sei mesi dalla firma dell’accordo transattivo. Ma non solo: ciascun club si impegnerà a definire obiettivi finanziari intermedi per i periodi di rendicontazione coperti dall’accordo transattivo in modo che il risultato complessivo degli utili calcistici valutati nella stagione 2024/25 (ossia che copre i periodi di rendicontazione che terminano nel 2023 e 2024) non superi il disavanzo massimo aggregato massimo di 60mln di euro. Quindi l’obiettivo ulteriore e “anticipatorio” di questi club sarà quello di rientrare nello scostamento aggregato massimo previsto pari a 60mln, risultato della somma degli eventuali deficit che si registreranno negli esercizi finanziari che termineranno nelle stagioni 2022/23 e 2023/24 (monitoraggio 2024/25):
- Stagione 2022/23: + 6,1 milioni
- Stagione 2023/24: + 32 milioni (stima)
Anche per l’obiettivo finanziario intermedio non sussistono problemi. Come detto il Milan poteva avere un aggregato massimo di -60 milioni e invece finirà con un utile aggregato molto corposo, vicino ai 40 milioni.
Adesso il concetto dovrebbe essere finalmente chiaro anche al tifoso meno perspicace: c’è margine per una maggiore competitività in base alle regole UEFA e senza mandare tutto in malora, visto e considerato che il Gruppo Milan al 30 giugno 2023 aveva un Patrimonio Netto pari a +177,2 milioni (non intaccato e anzi in ulteriore aumento al 30 giugno 2024), utilizzabile all’occorrenza per eventuali piccoli squilibri dovuti al “piede che schiaccia sul pedale dell’acceleratore”.
Possibile che il tifoso rossonero debba avere paura di sentire il vento tra i capelli, limitando la velocità a 80 km/h pure in autostrada? Perché oggi la situazione è quella. Nessuno chiede di andare a tavoletta a 180 km/h da casello a casello, ma questa macchina può essere spinta a velocità maggiori senza aver timore di effettuare incidenti o di prendere contravvenzioni stradali. Se non si vuole arrivare fino al limite consentito, ossia i 130 km/h + la tolleranza, si faccia un bel respiro e si aumentino i giri del motore fino ai 110 km/h.
La frase “si vuole vincere”, quindi, deve essere seguita da fatti concreti che potranno tradursi in maggiori spese sulla rosa. Altrimenti resteranno parole vuote, smentite impietosamente dai numeri. Perché vincere spendendo sulla rosa il 50% dei ricavi è chiaramente più complicato rispetto a quei club che investono tra il 65% e l’80% dei ricavi. Poi nulla toglie che possa capitare la stagione perfetta (vedi Milan 2022 o Napoli 2023), ma quelle sono eccezioni che confermano la regola, ossia che solitamente vince chi spende di più e meglio. La competenza e i dati arrivano fino a un certo punto, che non può bastare se ti chiami Milan e hai una storia di successi da difendere e portare avanti.
Proseguendo con l’analisi, gli ammortamenti dei calciatori dovrebbero essere saliti di circa 19 milioni e, attestandosi sui 70 milioni, dovrebbero incidere per il 15% sui ricavi. Un valore ancora largamente sotto controllo e ulteriormente incrementabile.
Ottimisticamente ho lasciato quasi inalterati i costi per servizi sui 100 milioni (a causa della fusione per incorporazione che comporterà minori spese) e ho ridotto di poco i costi delle materie prime relative all’attività di e-commerce ormai avviata da un anno. Leggero decremento anche per le spese organizzazione gare, sempre dovuto al differente percorso europeo.
Tirando le somme, i costi complessivi dell’esercizio 2023/24 dovrebbero essere in linea con quelli dello scorso esercizio o in leggero aumento come nella mia simulazione.
Tutto ciò produrrà un utile ben superiore a quello dell’esercizio 2022/23: nessun trofeo da esporre in bacheca, questo è chiaro. Ma un risultato di cui andare ugualmente fieri, soprattutto perché legato ad una sana gestione delle risorse, per certi versi senz’altro migliorabile (es. costi per servizi ancora molto alti) e che sta procurando al club margini di spesa che, però, bisogna utilizzare se si vuole realmente vincere e aumentare la competitività sportiva.
La strada imboccata continua ad essere quella giusta ma ormai siamo arrivati a un punto tale per cui il club deve iniziare ad aumentare i costi della rosa in rapporto ai ricavi perché chiudere con 30 milioni di utili, peraltro tassati in modo salato, non procura una stella in più sulla maglia.
Anzi, i tifosi sarebbero più contenti se il Milan usasse quei soldi per rinnovare i big, acquistasse altri giocatori importanti rinforzando ulteriormente la squadra, e chiudesse in pareggio o magari con un deficit tollerabile. Il concetto è questo: la società va gestita anche e soprattutto in quanto squadra di calcio, non solo in quanto azienda che deve produrre utili da vendere agli investitori. Caro Gerry, questi sono i pro e contro di fare business con una squadra sportiva e in particolare col Milan che appartiene al gotha del calcio mondiale: ci sono tanti “Alfredo”, la maggioranza, che di tutto quello che ho scritto in questo post… se ne infischiano e vogliono semplicemente vedere Theo che rinnova, un terzino destro più forte di Calabria, un centravanti da Milan, un allenatore da Milan, e così via.
Compito della proprietà e dei dirigenti è coniugare questo sentimento irrazionale con i numeri ma, come avete appurato, l’obiettivo è assolutamente alla portata di un club che dovrebbe puntare anche a vincere oggi e non dovrebbe accontentarsi di un piazzamento CL per pensare solo a costruire uno stadio domani, step fondamentale ma che non sostituisce tutto il resto.
Ciò detto, con un potenziale socio, lo sviluppo del brand e del comparto commerciale, nonché con lo stadio di proprietà… il traguardo dei 600 milioni di ricavi al netto delle plusvalenze e, quindi top 10 della Money League, diventerà assolutamente alla portata nel giro dei prossimi 5-7 anni. L’augurio da tifoso è che a tutto ciò segua anche una decisa impennata delle ambizioni sportive e che la proprietà usi la benzina nel serbatoio e la potenza del motore. Con criterio, ma senza esagerare all’opposto perché le ambizioni del Milan non possono essere come quelle del Napoli (ciò che oggi ci rivelano i rapporti nei costi rosa) con investimenti lontani dalla gestione virtuosa da top club che invece dovrebbe essere analoga a quella del Bayern Monaco, spesso preso a modello, che nel 2022 tra stipendi e ammortamenti spendeva il 64,5% dei ricavi complessivi e che non è mai sceso fino al 50%, oscillando negli anni tra il 65% e il 70%, pur mantenendo il bilancio in equilibrio. Merito dello stadio? Non solo, merito dei ricavi commerciali ma pure di costi per materiali e servizi pari a soli 40 milioni rispetto ai 100 del Milan (Link). Segno tangibile che forse non tutto è propriamente “indispensabile” in quel calderone che oggi divora il 25% dei ricavi, risorse che in parte potrebbero essere dirottate sulla rosa.
Oggi l’obiettivo da inseguire deve essere prima di tutto la seconda stella, non il terzo risultato positivo di bilancio, perfettamente inutile ai fini UEFA, e che rappresenta un incidente di percorso gradito unicamente agli investitori del fondo RedBird o magari, in futuro, ai mercati azionari per una eventuale quotazione in borsa.
“Alfredo” e le altre centinaia di milioni di tifosi nel mondo, quei rompiscatole che firmano petizioni per bloccare un allenatore poco gradito… sognano una sola cosa: vincere sul campo e tornare a riempire Piazza Duomo.
(per gli abbonati Substack seguono due rielaborazioni: ricavi stadio 23/24 + cruscotto mercato 23/24: Link)
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