Analizziamo nel dettaglio i prossimi passaggi burocratici che dovranno affrontare i due club milanesi. E il motivo per il quale il Milan è molto più avanti.
Negli ultimi giorni si è parlato molto dei possibili stadi di Milan e Inter al di fuori di Milano. Questo articolo si rende necessario per dettagliare le differenze tra le due procedure amministrative e anche per specificare meglio alcuni aspetti dell’area individuata dall’Inter che, così come quella del Milan, è costeggiata sulla sinistra dal Parco Agricolo Sud (ma non vi ricade al suo interno).
All’apparenza l’area edificabile fuori dal Parco Agricolo Sud sembrerebbe molto vasta, almeno stando a quanto raccontato dai giornali, dove è passato il concetto che la quantità di spazio dove l’Inter potrebbe costruire lo stadio ricadrebbe nel perimetro rosso:
Tuttavia non è così, e basta osservare le tavole del PGT del Comune di Rozzano che, di recente, è stato “variato” soltanto nel senso di prevedere la possibilità di costruire in quell’area anche lo stadio, senza mutare la superficie di suolo consumabile che corrisponde ad una porzione molto più piccola di quell’area:
Com’è possibile osservare, la superficie urbanizzabile su suolo agricolo corrisponde solo alla porzione tratteggiata di arancione, pari a 215-220.000 mq (inferiore rispetto ai 298.000 mq a disposizione del Milan a San Donato). Tutto il terreno attorno a quell’area è sottoposto a vincoli paesaggistici e tutele comunali, come risulta parimenti dal PGT:
L’area edificabile, priva di vincoli, è quella evidenziata di giallo, con una forma molto allungata e stretta. Nelle immagini circolate qualche giorno fa, lo stadio dell’Inter è stato piazzato nella parte alta di questa zona:
Gli spazi sembrano molto contenuti, al punto che appare difficile ipotizzare la creazione di uno stadio da 70.000 posti; peraltro la forma dell’area (lunga e stretta) non è propriamente ideale per sviluppare un masterplan relativo a un impianto di proprietà con tutte le opere annesse e connesse. Ergo, il progetto e le dimensioni dell’impianto andranno chiaramente adeguati alla effettiva disponibilità di terreno.
La differenza tra le due procedure amministrative: tempi e modalità.
Ad oggi il Milan risulta avere già acquistato l’area dove sorgerà lo stadio grazie all’acquisto di Sportlifecity, società che a sua volta possiede la proprietà dell’area in questione avendola rilevata mesi fa da Asio srl.
La zona, situata in località San Francesco, è già destinata uso sportivo, quindi il PGT non va modificato. Infatti, la precedente proprietà di Sportlifecity, ossia la holding Cassinari, prima di ottenere dal Comune l’approvazione del Piano Integrato d’Intervento in data 1 luglio 2021, ha potuto sfruttare un lavoro preparatorio effettuato dall’amministrazione di San Donato che è iniziato molti anni prima rispetto al 1 giugno 2017, data in cui Cassinari ha avviato ufficialmente l’iter a San Donato.
Come vedete il Comune di San Donato ha effettuato una serie di interventi amministrativi durati diversi anni e l’avvio dell’iter da parte di Sportlifecity, avvenuto nel 2017, è stato successivamente aggiornato integralmente dalla documentazione consegnata in data 10 gennaio 2020, per poi sfociare nell’approvazione della Giunta Comunale del 1 luglio 2021 (4 anni di lavoro).
L’Inter, al contrario, deve ancora formalizzare non solo l’acquisto dell’area ma pure l’avvio dell’iter burocratico. Ecco le parole del Sindaco di Rozzano: “Noi abbiamo adottato il Pgt, ora ci vorranno 60 giorni perché diventi efficace. Per ora non c’è neanche un progetto, è solo un’idea. L’iter non è ancora cominciato. Loro poi dovranno fare tutte le conferenze, a essere ottimisti la prima parte dell’iter (percorso burocratico con presentazione di un Masterplan e di una documentazione a sostegno, ndr) potrebbe essere tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025“. La recente variante al PGT di Rozzano, inoltre, non ha cambiato la sostanza perché le regole del territorio in quella zona già prevedevano la costruzione di grandi impianti di interesse pubblico, quindi aver aggiunto la parola “stadio” non fornisce chissà quale vantaggio (per quella zona non è stato variato null’altro nel PGT).
Le tempistiche previste dalla Legge Sugli Stadi sono queste:
- Acquisto dell’area dove si vuole costruire, se su suolo privato (l’Inter può farlo entro aprile 2024, Milan invece ha già acquistato l’area rilevando Sportlifecity);
- Presentazione di un progetto di fattibilità tecnico/economica (c.d. masterplan) che avvia l’iter burocratico (il sindaco di Rozzano ha detto che questa prima parte avverrà tra fine 2024 e inizio 2025, il Milan invece ha già effettuato questo step a fine settembre 2023);
- Entro 90 giorni il Comune dovrà rispondere con l’eventuale dichiarazione di pubblico interesse o richieste di modifiche. In quest’ultimo caso – come accaduto a Milano – le tempistiche si potrebbero allungare ulteriormente. In caso contrario verrà finalizzato l’incarico ai progettisti (il Milan si trova già in questa fase in cui sta preparando il progetto esecutivo, avendo depositato la variante al P.I.I. che sviluppa anche la nuova viabilità, iter che si concluderà in 2/3 mesi; l’Inter invece si troverà in questa fase tra circa un paio di anni).
- Altri 180 gg tra progetto definitivo + conferenza dei servizi decisoria + dichiarazione di pubblica utilità;
- Altri 90 giorni per la gara pubblica;
- (questi ultimi due step il Milan conta di realizzarli entro primavera 2025)
- Orientativamente, se filasse tutto liscio, l’Inter potrebbe iniziare a costruire a Rozzano tra il 2026 e il 2027, quindi sarebbe complicato giocare la prima partita all’inizio della stagione 2028/29. Il Milan, invece, potrebbe iniziare a costruire a San Donato nel 2025, con circa un anno e mezzo di anticipo rispetto ai cugini, avendo ottime possibilità di iniziare a giocare nel nuovo impianto nella stagione 2028/29.
In altri termini, è come se il club rossonero si trovasse avanti di uno step e mezzo, quasi due, rispetto all’Inter.
Il motivo, come detto, è molto semplice: il Milan potrà beneficiare del tempo utilizzato dalla precedente proprietà per effettuare una variante al PII (Piano Integrato d’Intervento) che include già una proposta strutturata e studiata sulla viabilità, iter che, come ammesso dallo stesso Sindaco di San Donato, durerà al massimo 2 o 3 mesi perché molte analisi e indagini tecniche non andranno nuovamente ripetute.
Successivamente andrà firmato un accordo di programma. Di questo tema ne ho già parlato quando si è discusso dell’ipotesi La Maura.
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L’accordo di programma (disciplinato dall’art. 34 del TUEL) è uno strumento normativo che, in presenza di opere di carattere pubblico che coinvolgono più PA, permette di dichiarare la pubblica utilità e di variare il PGT per consentire all’opera di essere eseguita. Una volta firmato, l’accordo viene pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione e, solo laddove comporti variazioni urbanistiche, deve essere ratificato dal Consiglio Comunale entro 30 giorni, pena decadenza dello stesso accordo. In mancanza di variazioni urbanistiche, l’accordo è subito esecutivo e con esso la conseguente dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza delle medesime opere; tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non vengono iniziate entro tre anni.
Nel caso del Milan l’opera pubblica in questione sarebbe lo stadio, mentre le amministrazioni coinvolte nell’accordo di programma – in considerazione del fatto che l’impianto sarà costruito in una zona dove più enti hanno competenze specifiche – saranno Regione Lombardia, Città Metropolitana, Città di Milano e i Comuni confinanti, oltre a Ferrovie, Metropolitana Milanese, Autostrade per l’Italia e Parco Agricolo Sud Milano (che tra qualche mese cambierà il direttivo, con maggiore incidenza da parte della Regione, che già attualmente commissaria il Parco per il tramite dell’arch. Maurizio Federici, dirigente di Regione Lombardia).
Il soggetto promotore dell’accordo di programma, verosimilmente il Sindaco del Comune di San Donato, dovrà indire una Conferenza dei Servizi preliminare (i costi potrebbero essere sopportati dal Milan) in cui discutere con le varie PA ed effettuare i vari passaggi (PAUR, Valutazioni ambientali, ecc) con un calendario dei lavori molto serrato. L’obiettivo del club rossonero è che le interlocuzioni tra le varie PA si esauriscano entro la primavera del 2025 (nel giro di un anno abbondante) per iniziare i lavori nel mese di novembre 2025. Nel caso del Milan, stando a indiscrezioni, l’accordo di programma non comporterebbe variazioni urbanistiche e, quindi, non necessiterebbe di una successiva approvazione da parte del Consiglio Comunale di San Donato (la cui maggioranza sembra comunque a favore del progetto).
L’accordo consiste nel consenso unanime del presidente della regione, del presidente della provincia, dei sindaci e delle altre amministrazioni interessate, è approvato con atto formale del presidente della regione o del presidente della provincia o del sindaco ed è pubblicato nel bollettino ufficiale della regione. Sì, consenso unanime vuol dire che anche Giuseppe Sala – in quanto sindaco della città metropolitana – dovrà fornire il suo assenso all’accordo di programma. Qualcuno può far notare che al tavolo siederanno due Comuni concorrenti che hanno un analogo interesse sul medesimo progetto (a Rozzano capiterà la stessa cosa).
Sala si è già espresso sul punto affermando quanto segue circa il progetto del Milan, osservazioni che non saranno differenti rispetto a Rozzano: «Ho fatto fare una verifica recente e quando c’è una partita di calcio il Comune schiera 120 vigili nelle partite di cartello. San Donato oggi ha 22 agenti e tre ufficiali. Il sindaco di San Donato, con cui ho avuto un dialogo molto franco, mi dice che il Milan ci mette degli steward che però io penso non possano governare il traffico. Inoltre ATM schiera 100 operatori aggiuntivi a Milano per le partite, AMSA ha un servizio aggiuntivo con oltre 20 operatori. Poi ho parlato con l’ex sindaco di San Donato per cercare di capire le problematiche. Si è parlato della tematica parcheggio, l’ex sindaco ha sottolineato come la falda sia alta dove nascerebbe lo stadio e non penso si possa scavare molto per fare un parcheggio sotto lo stadio. Nell’area vengono previsti oltre 3.600 parcheggi, trovati in città ma bisogna mettersi nell’ottica corretta. La metropolitana dista 1,5 km, come si raggiunge lo stadio? E poi un tema che riguarda anche noi, Autostrade per l’Italia nel 2020 aveva criticato il progetto di un palazzetto da 18mila posti perché gli svincoli non erano adeguati ma soprattutto non si era autorizzato in alcun modo la realizzazione di nuovi svincoli. Come si può pensare di consentire l’accesso all’area di uno stadio da 70mila posti? Sempre nel 2020 un dirigente del Comune di Milano riteneva inadeguati gli studi del traffico nella zona. Oggi alla luce della costruzione di uno stadio da 70mila posti i disagi e le ricadute devono essere moltiplicati per quattro. Quello che voglio ribadire è che nel mio ruolo da sindaco di Milano e da sindaco metropolitano non vogliamo ostacolare lo stadio. Non c’è una logica di opposizione perché non è nel perimetro di Milano ma una logica di delicatezza progettuale che devo sottolineare».
Le osservazioni dei Comuni limitrofi si dovranno limitare, appunto, solo alla viabilità, sicurezza e gestione dei flussi veicolari, a mio avviso con una eventuale concessione e ripartizione dei vigili urbani e operatori ATM che Milano potrà “prestare” inizialmente a San Donato, da sostituire in futuro con nuove assunzioni (a carico dei Comuni dove ricadrà lo stadio) che andranno a integrare l’attuale forza lavoro di San Donato e Rozzano, chiaramente più limitate rispetto a quella di Milano. Opportunità lavorative che, come già detto, rappresenteranno un beneficio per tutti i territori dove verranno realizzati i nuovi impianti.
In ogni caso, per i più maligni, è bene precisare che l’accordo di programma può prevedere (oltre che procedimenti di arbitrato tra i soggetti firmatari), anche interventi surrogatori di eventuali inadempienze dei soggetti partecipanti. La vigilanza sull’esecuzione dell’accordo di programma e gli eventuali interventi sostitutivi competono ad un collegio (di vigilanza) presieduto dal presidente della regione o dal presidente della provincia o dal sindaco e composto da rappresentanti degli enti locali interessati, nonché dal prefetto del capoluogo della regione o dal prefetto della provincia interessata se all’accordo partecipano amministrazioni statali o enti pubblici nazionali. Difficilmente l’accordo di programma potrà saltare se, ad esempio, la soluzione sulla viabilità infracomunale troverà i consensi di Regione, Comune San Donato, Provincia e Autostrade. A quel punto, senza appoggi da nessuna PA coinvolta, in che modo la Città Metropolitana potrebbe negare il proprio consenso all’accordo di programma?
In conclusione, va specificato che l’accordo sostituisce il permesso a costruire; quindi con la firma e la pubblicazione dell’accordo sul Bollettino Ufficiale della Regione… le ruspe potranno accendersi.
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