La notizia è deflagrata nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2021: nasce la Super Lega, ossia “Una nuova competizione europea tra 20 club che comprendono 15 club fondatori e 5 qualificati annualmente. Ci saranno due Gironi composti da 10 squadre ciascuno, che giocheranno sia in casa che in trasferta. La Super League, riunendo i migliori club e i migliori giocatori al mondo, riuscirà ad offrire un’emozione e un coinvolgimento mai visti prima nel calcio”. (Link).
Una svolta epocale per il calcio mondiale che fino ad oggi è stato sempre gestito da Federazioni e Organizzazioni. Due nomi su tutti: FIFA e UEFA, che infatti hanno replicato minacciando ritorsioni legali e sportive nei confronti dei club fondatori e di tutti quei giocatori che parteciperanno alla Super League (Link e Link). Dunque esclusione dalle attuali competizioni europee (CL/EL) nonché dal futuro mondiale di calcio.
Prontamente è arrivata la risposta della Super Lega che, tramite Associated Press, afferma che “lunedì (oggi) è stata inviata una lettera dal gruppo di club inglesi, spagnoli e italiani al presidente della FIFA Gianni Infantino e all’omologo uefa Aleksander Ceferin affermando che la Super League è già stata sottoscritta con un finanziamento di 4 miliardi di euro (5,5 miliardi di dollari) da un istituto finanziario (JP Morgan, ndr).
L’UEFA ha avvertito i club della Super League, tra cui Barcellona, Real Madrid, Juventus e Manchester United, dopo le fughe di notizie sui loro piani domenica che sarebbero state intraprese azioni legali contro i club ribelli e dicendo che avrebbero escluso le competizioni nazionali esistenti come la Liga in Spagna e la Premier League in Inghilterra e le competizioni internazionali.
“Siamo preoccupati che FIFA e UEFA possano rispondere a questa lettera di invito cercando di adottare misure punitive per escludere qualsiasi club o giocatore partecipante dalle rispettive competizioni”, hanno scritto i club della Super League a Infantino e Ceferin.
“La sua dichiarazione formale, tuttavia, ci obbliga ad adottare misure protettive per proteggerci da una reazione così avversa, che non solo metterebbe a repentaglio l’impegno di finanziamento nell’ambito del Grant, ma, significativamente, sarebbe illegale. Per questo motivo, SLCo (Super League Company) ha presentato una mozione dinanzi ai tribunali competenti al fine di garantire l’istituzione e il funzionamento senza soluzione di continuità della Competizione in conformità con le leggi applicabili.
I tribunali non sono stati nominati.
“È nostro dovere, in qualità di membri del consiglio di amministrazione di SLCo, garantire che tutte le azioni ragionevoli disponibili a tutela degli interessi del Concorso e dei nostri stakeholder siano debitamente intraprese, dato il danno irreparabile che ne risentirebbe se, per qualsiasi motivo, fossimo privati della possibilità di formare prontamente il Concorso e distribuire i proventi del Grant”, prosegue la lettera della Super League.
“La Competizione si giocherà a fianco delle competizioni nazionali esistenti di campionato e coppa, che sono una parte fondamentale del tessuto competitivo del calcio europeo”, si legge nella lettera della Super League a Infanatino e Ceferin. “Non cerchiamo di sostituire la Champions League o l’Europa League, ma di competere ed esistere accanto a questi tornei.”
Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è paragonabile ad una guerra mondiale che sconvolgerà il tessuto sportivo che abbiamo sempre vissuto. Si, perché i club fondatori – a parere dello scrivente – avevano preparato tutto da molto tempo ed hanno deciso di passare all’azione con l’avvento della pandemia che ha fatto collassare un sistema in cerca di soldi per ripartire.
Cos’è la Super Lega ed a quale modello si ispira.
La nuova competizione è parzialmente chiusa, quindi con 15 squadre fisse e 5 che cambiano annualmente in base ai risultati nei rispettivi campionati. Due gironi da 10 squadre, in cui le prime 3 si qualificheranno direttamente ai quarti di finale, mentre le quarte e quinte classificate dovranno disputare dei play-off per accedere alle fasi finali e comporre le 8 finaliste.
Un torneo esclusivo, in cui ciascun club avrà un fee d’ingresso di circa 350/400 milioni di euro ed in cui i diritti TV varranno tanto oro quanto peseranno. Il precedente è ben noto a tutti e riguarda il basket: chiaramente il modello a cui i fondatori si sono ispirati è la NBA, ossia un torneo chiuso dove non si parla di squadre ma di franchigie. E dove il ricambio al vertice viene assicurato da un sistema di regole differenti, quali Draft e Salary Cup.
In Europa abbiamo assistito a qualcosa di molto simile – e quindi fattibile – con l’Eurolega di Basket, a cui si è affiancata da qualche tempo la Champion’s League (24 club qualificati direttamente e 8 a seguito dei turni preliminari). Dunque quello che sta accadendo non è una novità assoluta nel mondo dello sport europeo. Ciò nonostante, il calcio rappresenta lo sport più seguito del mondo, dunque la creazione della Super Lega ha prodotto logicamente delle reazioni smodate a livello globale.
La battaglia legale: chi si trova dalla parte della ragione?
La domanda è legittima ma la risposta non è semplice e soprattutto non può essere completamente risolutiva. Cercherò, quindi, di essere chiaro e di spiegare – sulla base delle informazioni disponibili – chi può fare cosa e quali sono le conseguenze a cui vanno incontro club e giocatori.
1) LA SUPER LEGA E’ LEGITTIMA E PUO’ ESISTERE NELLA UE?
Dipaniamo il primo dubbio: la Super Lega può esistere all’interno dell’ordinamento giuridico europeo.
Gli art. 12 e 16 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea riconoscono la libertà di associazione e la libertà d’impresa, conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali. Il successivo art. 17, quindi, disciplina il diritto di proprietà e stabilisce quanto segue:
“Ogni individuo ha il diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità. Nessuno può essere privato della proprietà se non per causa di pubblico interesse, nei casi e nei modi previsti dalla legge e contro il pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della stessa. L’uso dei beni può essere regolato dalla legge nei limiti imposti dall’interesse generale.
La proprietà intellettuale è protetta.”
Inoltre il TFUE (Trattato della Comunità Europea) tutela il c.d. “diritto di stabilimento” e gli articoli 49 e 54 sono chiari in tal senso.
Articolo 49
Nel quadro delle disposizioni che seguono, le restrizioni alla libertà di stabilimento dei cittadini di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato membro vengono vietate. Tale divieto si estende altresì alle restrizioni relative all’apertura di agenzie, succursali o filiali, da parte dei cittadini di uno Stato membro stabiliti sul territorio di un altro Stato membro. La libertà di stabilimento importa l’accesso alle attività autonome e al loro esercizio, nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società ai sensi dell’articolo 54, secondo comma, alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini, fatte salve le disposizioni del capo relativo ai capitali
Infine, e rappresentano forse le norme più indicative sul punto, vanno menzionate quelle concorrenza, quindi gli artt. 101/102 del TFUE:
Articolo 101
Sono incompatibili con il mercato interno e vietati tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all’interno del mercato interno (…)
Articolo 102
È incompatibile con il mercato interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo (…)
2) LA SUPER LEGA PUO’ ESISTERE NELL’ORDINAMENTO SPORTIVO INTERNAZIONALE?
Questa è la domanda più delicata. La gestione del calcio è di tipo piramidale: al vertice troviamo la FIFA, che si occupa della gestione e della organizzazione del calcio, fútsal e beach soccer.
Lo statuto della FIFA prevede che il Congresso decide se ammettere, sospendere o espellere un’associazione membro esclusivamente su raccomandazione del Consiglio.
Qualsiasi associazione responsabile dell’organizzazione e della supervisione del calcio in tutte le sue forme nel proprio paese può diventare un’associazione membro. Di conseguenza, la FIFA raccomanda che tutte le federazioni affiliate coinvolgano tutte le parti interessate nel calcio nella propria struttura. L’adesione è consentita solo se un’associazione è attualmente membro di una confederazione.
Le confederazioni affiliate alla FIFA attualmente sono:
AFC – Asian Football Confederation in Asia
CAF – Confédération Africaine de Football in Africa
CONCACAF – Confederation of North, Central American and Caribbean Association Football in America Settentrionale e America Centrale
CONMEBOL – Confederación sudamericana de Fútbol in America Meridionale
OFC – Oceania Football Confederation in Oceania
UEFA – Union of European Football Associations in Europa
Queste sei confederazioni riuniscono 211 federazioni sportive nazionali attualmente aderenti e provenenti da ogni continente. Le FSN europee fanno parte della UEFA, che oggi possiede 55 membri tra cui la FIGC.
Dunque per entrare nel sistema FIFA, con tutto ciò che ne comporta a livello regolamentare e anche di contrattualistica internazionale (ricordo che oggi i trasferimenti internazionali vengono regolati da norme emanate dalla FIFA) la neonata Super Lega dovrebbe diventare membro di una delle sei confederazioni. La domanda sorge spontanea: chi accetterà questo nuovo membro? Sicuramente non la UEFA. Ci potrebbe essere l’appoggio di un’altra confederazione? Non è ancora ben chiaro. Tuttavia, nel caso in cui la Super Lega non venisse riconosciuta dalla FIFA, sarebbe una competizione che agirebbe totalmente al di fuori delle regole sportive internazionali. Una sorta di zona franca. Non so fino a che punto possa convenire alla FIFA bandire questo business, soprattutto se la Super Lega accettasse il coinvolgimento di Zurigo, da sempre sensibile al discorso monetario, pur essendo paradossalmente un ente no-profit.
3) LA FIFA, LA UEFA E LA FIGC POSSONO BANDIRE CLUB E GIOCATORI?
Questo è un argomento molto complesso che, va sottolineato, prima d’ora non è stato mai affrontato da nessun giurista sportivo e da nessun Tribunale sportivo. Infatti le problematiche che stiamo vivendo rappresentano una novità assoluta per il calcio mondiale. Dunque qualsiasi decisione farà giurisprudenza e scriverà nuove pagine di storia.
Partiamo da una premessa: i club fondatori, probabilmente su consiglio dei loro legali, hanno messo le mani avanti in modo molto scaltro: “La Competizione si giocherà a fianco delle competizioni nazionali esistenti di campionato e coppa, che sono una parte fondamentale del tessuto competitivo del calcio europeo”, si legge nella lettera della Super League a Infanatino e Ceferin. “Non cerchiamo di sostituire la Champions League o l’Europa League, ma di competere ed esistere accanto a questi tornei.”
Il concetto è chiaro: non ci sostituiremo a niente, vogliamo soltanto affiancarci agli attuali tornei e quindi vi chiediamo di riconoscerci e rispettare la nostra libertà d’impresa. Le problematiche però sono molteplici: calendario internazionale, diritti TV già assegnati per la CL, valenza dei campionati nazionali. A parere dello scrivente, come da statuto FIFA, la Super Lega deve necessariamente incastrarsi nel calendario internazionale. E sarebbe davvero complicato farlo in affiancamento alle competizioni attualmente esistenti. A meno che ciascun club non crei una rosa molto ampia con due squadre e poi valuti come utilizzare i suoi giocatori in ciascun torneo. A questo punto, però, scatta la domanda: chi guarderà la CL o il campionato italiano se ci giocheranno le riserve? Domanda legittima, ma vi rispondo con un’altra domanda altrettanto legittima: chi può impedire ad una squadra di utilizzare i propri giocatori in un certo modo? Nessuno. Ergo, è possibile costringere gli attuali 12 club a disputare soltanto la CL ed utilizzare i propri giocatori solo in tornei gestiti dalla UEFA o riconosciuti dalla FIFA? E’ legittimo che una confederazione e un’organizzazione mondiale abbiano il monopolio del calcio, ossia di una libera attività d’impresa? La risposta è chiaramente no. Non è legittimo.
Ma tutto ciò dovrà sostenerlo un Tribunale equo e che ha piena giurisdizione su problematiche internazionali riguadanti il mondo del calcio. Qualcuno avrà già capito: se non si raggiungerà un accordo o un compromesso, si volerà a Losanna. Quindi nella peggiore delle ipotesi il CAS dovrà pronunciarsi sulla possibilità che la FIFA bandisca la Super Lega insieme ai suoi giocatori e, soprattutto, dovrà indicare quali sono i principi e le regole che dovrà seguire. Ma non solo: il CAS dovrà pronunciarsi anche nella eventualità in cui la UEFA dovesse decidere di espellere i 12 club fondatori dalla prossima edizione della CL.
In ogni caso a parere dello scrivente la creazione di una competizione alternativa, se parallela a quelle esistenti, non può in alcun modo giustificare per “ripicca” l’esclusione dei club fondatori dalle competizioni gestite dalla UEFA. Una tale esclusione non avrebbe alcun fondamento statuario o regolamentare.
A livello nazionale, invece, cosa può accadere?
Beh, restringendo la problematica regolamentare al territorio italiano, le società e le associazioni sportive diventano soggetti dell’ordinamento sportivo mediante la c.d. affiliazione. Quest’ultima non è nient’altro che un atto di riconoscimento ai fini sportivi da parte della Federazione di appartenenza, nel nostro caso la FIGC, che consente all’associazione di esercitare l’attività sportiva tra quelle riconosciute dal CONI.
E’ bene precisare che l’affiliazione rientra nelle materie di competenza del Consiglio Nazionale del CONI che, inoltre, può demandare tale funzione ai Consigli delle Federazioni. Il calcio italiano disciplina l’affiliazione all’interno delle NOIF (Link). L’affiliazione ha efficacia limitata ad un anno, quindi va sempre rinnovata.
Art. 15 Affiliazione
1. Per ottenere l’affiliazione alla F.I.G.C. le società debbono inoltrare al Presidente Federale apposita domanda, sottoscritta dal legale rappresentante e corredata dai seguenti documenti in copia autentica: a) atto costitutivo e statuto sociale; b) elenco nominativo dei componenti l’organo o gli organi direttivi; c) dichiarazione di disponibilità di un idoneo campo di giuoco.
2. La domanda, accompagnata dalla tassa di affiliazione, deve essere inoltrata per il tramite del Comitato Regionale territorialmente competente che esprime sulla stessa il proprio parere.
3. La F.I.G.C., attraverso i propri comunicati ufficiali, fornisce notizia delle domande di affiliazione accolte.
4. Le società, costituite in S.p.A. o S.r.l., devono fornire alla F.I.G.C. prova della omologazione, una volta ottenuta la stessa dal Tribunale competente.
5. Le società affiliate alla F.I.G.C. si associano nelle Leghe e nel Settore per l’Attività Giovanile e Scolastica in relazione alle funzioni demandate a tali enti dagli articoli 6 e 9 dello Statuto.
In quali casi può avvenire la decadenza o revoca dell’affiliazione? L’art. 16 delle NOIF è molto chiaro:
Art. 16 Decadenza e revoca della affiliazione
1. La decadenza e la revoca della affiliazione sono deliberate dal Presidente Federale.
2. Le società decadono dall’affiliazione alla F.I.G.C.: a) se non prendono parte ovvero non portano a conclusione, a seguito di rinuncia od esclusione, l’attività ufficiale; b) se non provvedono, nei termini previsti, al versamento della tassa di rinnovo dell’affiliazione e della tassa di partecipazione all’attività ufficiale. Il Presidente Federale, sentita la Lega di competenza, può mantenere l’affiliazione della società ove ravvisi casi di forza maggiore o di particolare rilevanza, determinandone la collocazione negli organici dei campionati, sentito il Comitato o la Divisione interessata relativamente alle disponibilità di fatto esistenti negli stessi, e disponendo a tale fine, in casi eccezionali, l’ampliamento della composizione numerica di uno o più gironi in cui si articola la relativa attività.
3. La revoca dell’affiliazione di una società per gravi infrazioni all’ordinamento sportivo può essere deliberata, a seconda della infrazione, anche su proposta della Co.Vi.So.C., dei Consigli Direttivi delle Leghe e del Settore per l’Attività Giovanile e Scolastica. 4. Costituiscono gravi infrazioni all’ordinamento sportivo: a) la violazione dei fondamentali principi sportivi, quali la cessione o comunque i comportamenti intesi ad eludere il divieto di cessione del titolo sportivo; b) la recidiva in illecito sportivo sanzionato a titolo di responsabilità diretta; c) la reiterata morosità nei confronti di enti federali, società affiliate e tesserati; d) le rilevanti violazioni alle norme deliberate dal Consiglio Federale.
Allo stato attuale secondo le NOIF non sussistono le condizioni per una decadenza dell’affiliazione. Per quanto riguarda la revoca, invece, occorrono gravi infrazioni dell’ordimamento sportivo e dei suoi principi fondamentali. E’ bene ricordare, inoltre, che le società sportive italiane devono rispettare – all’apice della piramide gestionale – lo statuto del CONI che per gli enti affiliati (rectius, le società sportive professionistiche) all’art. 29, comma 5, prevede che gli stessi debbano “esercitare la loro attività nel rispetto del principio della solidarietà economica tra lo sport di alto livello e quello di base”.
Ecco dunque la domanda: alla luce di quanto detto, la creazione di una Super Lega può essere considerata una grave infrazione dell’ordinamento sportivo? La nascita di una competizione parallela può calpestare il principio di solidarietà economica? A parere dello scrivente no, in quanto le squadre professionistiche possono dimostrare facilmente di porre in essere attività per agevolare lo sport di base.
Ciò nonostante, il consiglio di Lega, come avete letto, può proporre la revoca dell’affiliazione di determinate squadre. E infatti Atalanta, Verona e Cagliari (Link) hanno già avanzato questa richiesta. La deliberazione, tuttavia, dovrà avvenire per mano del consiglio di Lega e non è detto che si avrà la maggioranza necessaria perché un campionato con “squadre B” di Milan, Juve e Inter avrebbe certamente un valore inferiore a quello attuale, ma un campionato senza Milan, Juve e Inter avrebbe un valore paragonabile a quello di un torneo parrocchiale. Quindi quale sarebbe il male minore?
In ogni caso, se la Lega dovesse avanzare questa richiesta e se tale richiesta dovesse poi trovare terreno fertile da parte degli organi Federali, avverso la decisione di revoca dell’affiliazione è ammesso ricorso innazi alla Giunta Nazionale del CONI, che si pronuncia entro 60 giorni dal ricevimento del ricorso. Quindi eventualmente Milan, Juve e Inter potrebbero tutelare i loro interessi in quella sede.
4) LA UEFA PUO’ CHIEDERE I DANNI AI CLUB? OPPURE SONO I CLUB A POTER CHIEDERE I DANNI ALLA UEFA IN CASO DI ESCLUSIONE?
Anche questa domanda è molto delicata e, come le precedenti, è destinata a fare giurisprudenza. Partiamo da una premessa: i diritti TV vengono venduti dalla UEFA e quelli relativi al prossimo triennio sono stati già assegnati in molti paesi, Italia inclusa dov’è stata Sky ad aggiudicarseli insieme a Mediaset e Amazon. I club della Super Lega hanno anticipato di voler partecipare alle competizioni UEFA, dunque le coppe europee non verranno abbandonate dai club fondatori. Da Nyon però tuonano: “la nostra competizione adesso vale molto di meno”. Dunque la domanda deve essere questa: la UEFA può avanzare una richiesta di risarcimento danni nei confronti dei club, nella eventualità in cui le emittenti assegnatarie dei diritti non volessero rispettare i contratti già firmati?
A parere dello scrivente la risposta è negativa: una deminutio del valore commerciale dei diritti tv già assegnati, come conseguenza della creazione parallela della Super Lega, non è un valido argomento per stracciare contratti già firmati tra emittenti televisive e UEFA. Al contrario potrebbe esserlo se Nyon decidesse di escludere i 12 club fondatori: infatti le emittenti televisive hanno pagato sulla base di una situazione sportiva che la UEFA potrebbe decidere di mutare unilateralmente e in spregio dei propri statuti e regolamenti. Soltanto in questo caso le emittenti televisive potrebbero azionare una causa milionaria nei confronti della UEFA, ma quest’ultima in ogni caso non può agire in rivalsa nei confronti dei 12 Super Club, in quanto la deminutio commerciale sarebbe causata dalla esclusione (voluta dalla UEFA) e non dalla creazione della competizione alternativa. Dunque alla UEFA non conviene escludere i club fondatori se non vuole passare dalla padella nella brace e finire in guai ben più grossi. Anche le squadre, infatti, per gli stessi motivi potrebbero impugnare l’esclusione dinanzi al CAS ed avere ottime possibilità di rientrare in gioco.
L’unica strada, a mio parere, è quella del dialogo e quindi del compromesso. In altri termini accettare una tregua momentanea che possa consentire alla Super Lega di coesistere con la Champion’s League che, logicamente, in futuro avrà un appeal minore e potrebbe diventare una sorta di “Coppa delle Coppe” dove altre squadre potrebbero trovare quei soldi necessari per aumentare la loro competitività: penso ad Atalanta, Napoli, Roma e Lazio.
5) CHE FINE FARA’ IL FAIR PLAY FINANZIARIO?
Se il PSG e il Bayern non sono tra i 12 club fondatori, il motivo è chiaro: sono tra i club che hanno beneficiato maggiormente dello status quo che si è generato a causa del FFP. Ai francesi, infatti, è stato consentito di gonfiare le proprie entrate commerciali, mentre i bavaresi hanno approfittato delle ottime finanze al momento dell’entrata in vigore del FFP per mantenersi nel giro delle big.
Poi magari decideranno di aggregarsi, ma se non hanno fatto la prima mossa… il motivo è chiaro. A differenza di altre squadre, come Barcellona, Real e altre inglesi. Se infatti quest’ultime hanno deciso di creare la Super Lega è perché pensano di avere margini ancora maggiori e vogliono farlo al di fuori di un regolamento che crea troppi vincoli. Soprattutto in un periodo come quello attuale, dove la pandemia ha scompaginato l’economia mondiale, le imprese devono sentirsi libere di poter investire e rilanciarsi.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile nelle competizioni gestite dalla UEFA. Dunque a Nyon dovrebbero farsi un esame di coscienza e capire dove hanno sbagliato, perché la nascita della Super Lega è diretta conseguenza di un sistema in apparenza solidale ma sostanzialmente oligarchico e dunque completamente ipocrita che sacrificava la diversità ed il ricambio tra le big sull’altare dell’equilibrio economico. Grazie anche a plusvalenze e sponsor da parti correlate. Per questi motivi le squadre hanno deciso di pugnalare il FFP e la UEFA.
Ovviamente anche la Super Lega è una competizione oligarchica, ma almeno lo è dichiaratamente e, proprio per questo, essendo elitaria, produrrà molti più soldi per tutti i partecipanti. E consentirà anche la partecipazione a 5 club non fondatori. Quindi gli amanti delle storie a lieto fine potrebbero essere accontentati: non è detto che un giorno una di quelle 5 non riesca a vincere una edizione della Super League.
Per concludere, alla luce dei recenti avvenimenti è possibile comprendere per quale motivo squadre con conti in disordine son sempre state apparentemente tranquille ed altre non hanno ascoltato offerte di potenziali acquirenti. Così com’è possibile comprendere per quale motivo alcune emittenti televisive non si siano svenate per i diritti tv nazionali.
La risposta bolliva nei pentoloni da molto tempo ma noi l’abbiamo compresa da poche ore e dovremo conviverci negli anni avvenire.
Da milanista, ma soprattutto da tifoso con una mentalità abbastanza aperta, vi suggerisco di attendere il corso degli eventi e di non bocciare a prescindere una novità talmente colossale da impedire previsioni certe e tranchant. Certamente il Milan avrà qualche soldo in più da spendere ma, soprattutto, ce l’avranno tutti quei proprietari che vorranno mettere mano al portafogli. Dunque tornerà a valutarsi la competenza nelle scelte tecniche, anziché la bravura nell’aggiustare i bilanci.
Finalmente.
Avv. Felice Raimondo