In questo articolo parleremo di come il lavoro dipendente e la Partita IVA possano coesistere. Molte persone si chiedono se sia possibile svolgere un’attività autonoma mentre si è assunti come dipendenti. La risposta è sì, ma con alcune precisazioni importanti. La normativa italiana permette di conciliare le due forme di lavoro, purché vengano rispettate specifiche condizioni. Di seguito, si analizzeranno i casi principali, i limiti previsti dalla legge e le implicazioni fiscali
Lavoro dipendente e attività autonoma: cosa dice la legge?
Chi ha un contratto di lavoro dipendente può aprire una Partita IVA e svolgere un’attività autonoma. Tuttavia, esistono delle regole da seguire:
- Non entrare in concorrenza con il datore di lavoro: a seconda del contratto che hai, potresti non poter svolgere un’attività che possa creare un conflitto d’interessi con l’azienda per cui si lavora.
- Rispettare gli obblighi contrattuali: alcuni contratti collettivi possono prevedere limitazioni rispetto allo svolgimento di attività autonome.
- Comunicazione al datore di lavoro: in alcuni casi, è obbligatorio informare l’azienda prima di intraprendere un’attività parallela.
Se si lavora nel settore pubblico, le restrizioni sono più rigide. In generale, i dipendenti pubblici non possono svolgere attività con Partita IVA, salvo alcune eccezioni (ad esempio, incarichi autorizzati dall’amministrazione).
Regime forfettario e lavoro dipendente
Una delle combinazioni più frequenti è quella tra lavoro dipendente e Partita IVA in regime forfettario. Questo regime fiscale è particolarmente vantaggioso per chi avvia un’attività secondaria, grazie a un’imposizione fiscale ridotta e semplificazioni burocratiche.
È importante, però, rispettare il limite dei 30.000€ di reddito da lavoro dipendente. Se il reddito supera questa soglia, non è possibile applicare il regime forfettario.
Con la legge di bilancio per il 2025, però, c’è la proposta di portare questo limite a 35.000€ che renderebbe la doppia attività ancora più vantaggiosa. Staremo a vedere come si muoverà il governo su questo punto.
Inoltre, il reddito da lavoro autonomo non deve superare i 85.000 euro annui per restare nel forfettario.
Partita IVA e contributi INPS
Un altro aspetto da considerare è il pagamento dei contributi previdenziali. Chi svolge contemporaneamente un lavoro dipendente e un’attività autonoma deve iscriversi alla Gestione Separata INPS per il reddito derivante dalla Partita IVA.
Tuttavia, i dipendenti già iscritti a un’altra forma previdenziale (ad esempio, la Gestione INPS per i lavoratori dipendenti) beneficiano di un’aliquota ridotta rispetto a chi svolge solo attività autonoma.
Vantaggi e svantaggi di conciliare le due attività
Vantaggi
- Incremento del reddito: la Partita IVA consente di guadagnare ulteriori entrate oltre allo stipendio da lavoro dipendente.
- Sperimentazione di nuove attività: permette di avviare un progetto imprenditoriale senza rinunciare alla sicurezza economica del lavoro dipendente.
- Flessibilità fiscale: con il regime forfettario, l’imposizione fiscale può risultare più leggera.
Svantaggi
- Carico burocratico: la gestione della Partita IVA richiede tempo e attenzione, anche per chi svolge un’attività secondaria.
- Costi aggiuntivi: è necessario considerare il pagamento dei contributi INPS e delle imposte sul reddito.
- Limitazioni contrattuali: alcuni contratti di lavoro potrebbero vietare o limitare le attività autonome.
Come aprire e gestire una Partita IVA
Chi decide di avviare un’attività autonoma può aprire una Partita IVA seguendo pochi passaggi:
Per prima cosa è necessario scegliere il codice ATECO: identifica l’attività economica svolta.
Il secondo passaggio è comunicare l’apertura all’Agenzia delle Entrate: l’apertura della Partita IVA è gratuita e deve essere comunicata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
In ultimo, è necessario iscriversi alla propria gestione INPS o cassa privata di competenza, per versare i contributi per la pensione. Per facilitare la gestione della Partita IVA, esistono servizi come Fiscozen, che offrono supporto nella gestione fiscale e previdenziale. Attraverso consulenze e strumenti dedicati, è possibile gestire la propria Partita IVA in modo semplice e veloce, anche per chi svolge più attività contemporaneamente.
Quando conviene avere una Partita IVA e un lavoro dipendente?
Conciliare lavoro dipendente e Partita IVA conviene quando si vuole avviare un’attività autonoma senza rinunciare alla stabilità economica offerta dal lavoro subordinato.
Può essere un’ottima soluzione per:
- Professionisti che vogliono sperimentare nuove opportunità di guadagno.
- Dipendenti che offrono servizi occasionali o consulenze.
- Chi vuole prepararsi a una futura transizione verso un’attività imprenditoriale a tempo pieno.
Lavoro dipendente e Partita IVA possono coesistere, purché si rispettino le regole previste dalla normativa. Dal rispetto degli obblighi contrattuali alla gestione dei contributi INPS, conciliare le due attività richiede attenzione.
Grazie al regime forfettario, l’apertura di una Partita IVA risulta particolarmente conveniente per chi ha un reddito dipendente inferiore ai 30.000€. Co la nuova riforma questo limite potrebbe anche arrivare a 35.000€
Per semplificare la gestione fiscale e burocratica, servizi come Fiscozen offrono soluzioni su misura, permettendo di concentrarsi sul proprio lavoro senza preoccupazioni.
Avviare una nuova attività è possibile anche mantenendo il proprio impiego, purché si seguano tutte le indicazioni della legge.