Il Fair Play Finanziario è stato introdotto dalla UEFA nel 2010, ma negli anni seguenti ciascuna federazione calcistica nazionale ha deciso di introdurre nei propri meccanismi finanziari un “suo” FFP. La Serie A è stata una delle ultime leghe (Link) a compiere questo passo, al contrario della Liga che, invece, a partire dal 2014 ha deciso di affiancare un proprio FFP al già rodato meccanismo di salary cap che governa le spese dei club della Liga spagnola. Ma in che modo funzionano questi due regolamenti finanziari? Scopriamolo insieme.
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Il salary cap della Liga spagnola: il Límite de coste de plantilla deportiva.
Il Límite de coste de plantilla deportiva (di seguito LCPD) è l’importo massimo che ogni club può utilizzare durante ogni stagione dopo il mercato invernale, ed include la spesa per i giocatori ed i tecnici della prima squadra. Tale limite comprende anche le medesime spese per le filiali, le giovanili e le altre sezioni sportive del club.
I concetti inclusi nel LCPD (Link) sono i seguenti: stipendi fissi e variabili, contributi previdenziali, premi collettivi, spese di acquisizione (comprese le commissioni agli agenti) e ammortamenti per il cartellino.
Come regola generale ogni club deve presentare dei bilanci previsionali di spesa entro il 30 aprile di ogni anno e quindi specificare il suo LCPD, nel rispetto delle regole di preparazione dei budget del club. A quel punto l’organo de validacion, ossia l’organismo della Liga deputato ad effettuare i controlli, può approvare il limite proposto o, se del caso, rettificarlo all’importo che garantisce la stabilità finanziaria del club.
Una volta effettuato tale adempimento, a partire dalla terza settimana di maggio viene assegnato il LCPD di ciascuna squadra della Liga.
Ciò detto, la previsione elaborata da un club circa i propri limiti di spesa non corrisponde sempre al limite massimo poi effettivamente spendibile. Infatti l’LCPD del club può essere aumentato nelle condizioni e con la procedura stabilita nel Titolo III delle regole per il budget dei club, ossia eventi che successivamente modificano la capacità di spesa della società, come maggiori introiti dovuti a nuovi contratti commerciali, cessioni di giocatori, aumenti di capitale del proprietario (quest’ultima possibilità è chiaramente esclusa per Barcellona e Real Madrid, che sono polisportive che appartengono ai soci).
In quest’ultimo caso, per poter determinare l’importo effettivo dell’aumento di capitale destinato a modificare il LCPD, è necessario analizzare, in base alla situazione finanziaria del club, determinati rapporti in base ai quali il club può essere inquadrato in 4 gruppi. L’appartenenza ad uno di questi gruppi, comporterà che il club potrà:
- A) Sfruttare il 100% dell’aumento di capitale per innalzare il LCPD;
- B) Sfruttare il 65% dell’aumento di capitale per innalzare il LCPD;
- C) Sfruttare il 50% dell’aumento di capitale per innalzare il LCPD;
- D) Non potrà sfruttare alcun aumento di capitale per innalzare il LCPD;
Questa percentuale di apporti di capitale dovrà essere distribuita in 4 stagioni per i club di prima divisione ed in 2 stagioni per i club di seconda divisione. Ad esempio, un club di prima divisione che appartiene al gruppo B e che effettua un aumento di capitale di 50 milioni, potrà sfruttarne 32,5 spalmati in 4 anni per aumentare la sua capacità di spesa e quindi innalzare il LCPD.
Va inoltre chiarito che la previsione di un limite come l’LCPD, non implica che tale limite verrà utilizzato nella sua interezza.
Questo è il riepilogo del Límite de coste de plantilla deportiva per la stagione sportiva 19/20:
UPDATE: Questo invece è il limite per la stagione 20/21, con i valori crollati causa Covid-19
Se una società non dovesse riuscire ad aumentare il proprio LPCD nei modi sopra descritti (con maggiori ricavi o con aumenti di capitale) potrà farlo nei limiti di quanto stabilito dall’articolo 100 delle Normas de Elaboración de los Presupuestos de LaLiga (Link). Questa norma consente ai club di iniziare la nuova stagione superando il limite imposto dal LPCD a condizione di non superare il 25% della diminuzione dei costi della squadra (abbassi i costi per 100, ne reinvesti 25). In altre parole il club sarà costretto a vendere e non potrà nemmeno reinvestire tutto il ricavato/risparmiato.
Ecco l’articolo 100 nel dettaglio: “Quei Club/SAD a cui sono stati assegnati i limiti di costo del modello sportivo registrabile (LPCD), e che il 1° luglio della Stagione T (in conformità con le disposizioni del presente Regolamento) non possono registrare più giocatori perché superano il suddetto limite, possono comunque registrare nuovi giocatori a condizione che la somma dei rispettivi costi individuali non superi:
a- Venticinque per cento (25%) della somma della diminuzione del costo del modello sportivo registrabile prevista per la Stagione T che corrisponde ai Giocatori con i quali il loro rapporto contrattuale è temporaneamente o definitivamente interrotto e che fanno parte del loro costo iniziale del modello sportivo registrabile della stagione T”.
Inoltre, il precetto include una seconda ipotesi che non può essere superata: “b- Venticinque per cento (25%) della differenza tra il costo iniziale del modello sportivo registrabile e il limite di costo del modello sportivo registrabile assegnato dall’organismo di convalida per la stagione T“.
Nei soli casi in cui vi sia il trasferimento di calciatori il cui costo individuale sia almeno il 5% del costo della forza lavoro sportiva inscrivibile, la percentuale da applicare (reinvestire) salirà al 50%.
A chiusura, l’art. 100 prevede che nel caso in cui venga aumentato il LPCD ben oltre quanto previsto dalla normativa, “l’importo risultante superato dal Club/SAD, in virtù dell’applicazione del presente articolo, sarà detratto dal Limite di Costo della Squadra Sportiva Iscrivibile ottenuto dal Punto di Bilancio della stagione immediatamente successiva (T + 1)”.
Il Fair Play Finanziario della Liga spagnola: il c.d. Juego Limpio Financiero.
La Liga spagnola (LPF), a seguito dell’introduzione delle regole del Fair Play finanziario della UEFA, ha ritenuto necessario adeguare internamente tali regole di controllo economico per garantire la redditività economica dei club della LPF. Da queste premesse è sorto il “Reglamento de control económico de los Clubes y Sociedades Anónimas Deportivas afiliados a la Liga Nacional de Fútbol Profesional ” (Link), che è stato approvato dall’Assemblea LFP il 21 maggio 2014.
In Spagna, la Professional Football League ha la competenza in termini di tutela, controllo e supervisione delle squadre di calcio in relazione a questioni economiche e finanziarie. L’organismo responsabile di questo controllo è il cosiddetto “Comitato per il controllo economico”, creato dal Regolamento e costituito (art. 5) da cinque membri regolari e cinque supplenti.
Nello specifico il Comitato è composto da tre economisti, anche revisori dei conti. Gli altri due devono essere laureati in giurisprudenza, tutti con un minimo di cinque anni di pratica professionale. Non possono aver ricoperto posizioni dirigenziali in nessun club associato all’LFP nei tre anni precedenti e la loro nomina avviene attraverso la Commissione delegata dell’LFP, che designerà anche il suo Presidente.
Tutti i club che desiderano partecipare alla LFP devono aderire (art. 12) e presentare i propri conti annuali e consolidati e le relazioni di audit al Comitato entro il 30 novembre successivo alla fine di ogni stagione (art. 13), oltre al resoconto intermedio di gestione al 31 dicembre (art. 14), tutto ciò unitamente ad altra documentazione economica e finanziaria complementare (art. 15).
Il Comitato, fondamentalmente, analizza che queste entità al 31 dicembre di ogni anno non abbiano debiti in essere con gli altri club, con i dipendenti e con la pubblica amministrazione (artt. 16-18) e cerca di verificare il c.d. “punto di equilibrio” (art. 20 e allegato I), la cui inosservanza può comportare misure sanzionatorie. I regolamenti dell’LFP ritengono indicativo di una possibile situazione di futuro squilibrio finanziario ed economico, qualora le spese totali della prima squadra – giocatori e tecnici – superino il 70% del reddito rilevante della stagione (art. 22), o quando il debito netto al 30 giugno di ogni stagione sportiva superi il 100% del reddito rilevante dell’entità in quella stagione (art. 23).
Così come accade nelle competizioni UEFA, ai club è consentita quella che viene definita una “deviazione accettabile” (Allegato I, punto 5) su base triennale, pari a 5 milioni di euro in Prima Divisione e di 2 milioni di euro in Seconda Divisione.
La mancata osservanza delle norme di cui sopra comporterà l’applicazione di misure correttive (art. 24) o l’elaborazione di un piano di fattibilità (allegato III, punto 1.1), che coprirà un periodo di 18 mesi. Il rispetto del piano viene puntualmente monitorato dal Comitato e comporta ulteriori obblighi di rendicontazione per i club interessati nelle successive chiusure contabili (ogni 6 mesi). In caso di reiterazione degli squilibri finanziari (art. 26), quindi in palese violazione delle norme di controllo economico-finanziario, saranno applicate le sanzioni previste dall’articolo 78 bis dello statuto della LFP.
Le violazioni possono essere classificate dal Comitato per il controllo economico dell’LFP come molto gravi, gravi o minori e le sanzioni sono sostanzialmente economiche, con un massimo di 300.000 euro (non molto dissuasivo, ndr) e nei casi più gravi, in particolare nella recidiva, possono arrivare fino alla sospensione del diritto al trattamento delle licenze federali per la stagione successiva all’illecito, con un sostanziale blocco del calciomercato.
Avv. Felice Raimondo
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