Dopo l’ultimo caso relativo al BFP trentennale pari a 5 milioni, pagato effettivamente da Poste Italiane in data 18 febbraio 2020 per un importo complessivo di € 50.000 (Link), prosegue incessantemente il lavoro dello studio legale Raimondo volto alla tutela dei risparmiatori molisani e abruzzesi.
Nelle ultime settimane, facendo seguito ad una serie di ricorsi intentati contro Poste Italiane, numerosi sottoscrittori di buoni fruttiferi trentennali si sono visti sancire dall’Arbitrato Bancario e Finanziario il diritto a ricevere una cifra nettamente più alta rispetto a quella che l’ente postale avrebbe voluto pagare. La discrepanza è dovuta, tra le altre cose, alla diversa metodologia con cui Poste Italiane calcola l’ultima decade, ossia il periodo che garantisce gli interessi maggiori secondo la dicitura in Lire che, sul retro del buono, consente di ricevere un importo fisso per ogni bimestre nell’ultimo decennio. Dai capoluoghi di regione, fino ai piccoli paesini di provincia: la problematica riguarda titoli emessi in ogni angolo della nostra nazione.
Grazie all’intervento dello studio legale Raimondo, che cura sia gli aspetti legali che contabili per l’esatto ricalcolo del dovuto, i risparmiatori potranno beneficiare del pagamento di una cifra quasi doppia rispetto a quella che avrebbero ricevuto ingiustamente da Poste Italiane: i recuperi per ogni ricorso dipendono dal taglio del BFP e variano da poche migliaia fino a decine di migliaia di euro, per una somma che complessivamente ad oggi supera le 300.000 euro. Una bella soddisfazione per i risparmiatori, soprattutto in un periodo come quello in cui versa la nostra nazione. Adesso i ricorrenti attendono di ricevere i pagamenti dall’Ente Postale, in difetto avranno la possibilità di rivolgersi presso i Tribunali per reclamare il dovuto già accertato dall’Arbitrato Bancario e Finanziario nelle recenti decisioni.
Il risparmiatore può contattare lo studio legale Raimondo per una consulenza relativa alla fattibilità o meno dell’azione legale. Quest’ultima è esperibile anche nel caso in cui il BFP sia stato incassato: chi non è in possesso di una fotocopia può richiederla presso l’ufficio postale di emissione fornendo i dati dei BFP presenti sulle distinte d’incasso. Chi ha smarrito anche le distinte d’incasso, può chiedere all’ufficio postale di emissione una ricerca completa che fornirà gli stessi dati presenti sulle distinte.
Il diritto di ogni risparmiatore, inclusi i legittimi eredi, si prescrive trascorsi dieci anni dal momento in cui il BFP è incassato o cessa di essere fruttifero. Quindi chi abbia già riscosso titoli dal 13/6/2016 in poi, è ancora in tempo per reclamare quanto dovuto. I primi BFP trentennali incassati alla scadenza si prescriveranno solo nel 2026.
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