La presente relazione si basa sui numeri ufficiali del bilancio consolidato AC Milan 2020/2021, che sarà leggibile da tutti quando la società deciderà di inserirlo sul proprio sito internet o al più tardi quando verrà pubblicato sul sito del registro delle imprese. Lo scrivente ha potuto analizzare il documento in anteprima in quanto facente parte dei piccoli azionisti del Milan, ed ha elaborato questo articolo che affronta tutti gli aspetti più importanti.
Buona lettura.
Capitoli:
- Il valore della produzione e gli effetti del COVID-19.
- Il costo della produzione tra minori ammortamenti e svalutazioni.
- Il calciomercato 2020/2021.
- Posizione finanziaria netta, contributo del socio di maggioranza Elliott e patrimonio netto.
- Il Fair Play Finanziario: cosa si aspetta il club rossonero.
- Super League: gli obblighi assunti dal Milan verso la UEFA.
- Considerazioni conclusive.
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RELAZIONE SUL BILANCIO AC MILAN 2020/2021
L’esercizio chiuso al 30 giugno 2021 rappresenta il primo post pandemia. Gli effetti del COVID-19 sui conti rossoneri sono chiaramente visibili anche in questo bilancio, ma le conseguenze non possono definirsi catastrofiche come quelle del 19/20. Questo per una serie di fattori che verranno diffusamente analizzati nella presente relazione.
Rispetto al precedente esercizio, il deficit risulta dimezzato:
- Il bilancio consolidato ha registrato un deficit pari a -96,4M
- Il bilancio d’esercizio ha registrato un deficit pari a -97,9M
Il valore della produzione (261,1M) e gli effetti del COVID-19.

Com’è possibile notare, il valore della produzione è aumentato di 68,8M.
Gli effetti principali sono dovuti all’incremento dei diritti TV causa COVID-19 e ai nuovi contratti di sponsorizzazione. Infatti, a causa della pandemia la stagione calcistica 2019/2020 è conclusa oltre il 30 giugno 2020; ossia oltre la fine del bilancio 2019/2020. Per tale motivo i ricavi dei diritti televisivi della Serie A sono stati imputati pro-quota nel bilancio 2020/2021 sulla base delle 10 gare del campionato 2019/2020 che sono state disputate dal 1 luglio 2020 in poi. Ergo, nel bilancio che si sta analizzando il Milan ha contabilizzato – in relazione ai diritti televisivi Serie A – molte più partite di campionato (mentre nel bilancio precedente, per gli stessi motivi, ne erano state contabilizzate di meno e ciò, unitamente all’assenza dei proventi TV da Europa League, ha portato al crollo di 63,4M). Questo ha generato un aumento (quantificabile sul tetto massimo per la sola serie A in circa +21/22M) che, tuttavia, sarà mitigato nel prossimo bilancio che tornerà a contabilizzare 38 partite di campionato (a meno che non capiti di nuovo lo sfasamento prima descritto). Ciò vuol dire che l’esercizio 2021/2022 tornerà ad avere degli introiti da diritti TV a metà strada tra i 63,4M del 19/20 e i 138,3M del 20/21. Inoltre, l’incremento dei proventi audiovisivi è dovuto anche alla partecipazione del club alla Europa League: grazie a ciò il Milan ha beneficiato di 16,4M in più che non erano presenti nel bilancio precedente.
Il secondo effetto positivo è dovuto all’ottimo lavoro da parte della società in relazione alle sponsorizzazioni.

L’incremento da 36,6M a 54M è dovuto principalmente ai circa 15M di ricavi in più (si è passati da 11M a 26M) derivanti dalla vendita dei pacchetti promo-pubblicitari ad una serie di sponsor. Non è presente l’importo di ogni singolo accordo, quindi, come accaduto anche in passato, abbiamo soltanto il valore complessivo.
Il dato negativo riguarda l’azzeramento dei proventi da gare che, però, nel 2021/2022 tornerà a registrare valori positivi grazie alla riapertura degli stadi.
Il costo della produzione (-347,4M) tra minori ammortamenti e svalutazioni.

I costi della produzione sono stati abbattuti di 31,4M. Analizziamo le voci più importanti.
Nel bilancio consolidato il costo del personale (che include giocatori, tecnici, dirigenti e tutti i dipendenti) è leggermente aumentato ed incide per circa la metà sui costi complessivi. Inoltre, se nel bilancio societario analizziamo nel dettaglio la voce “compensi calciatori” scopriamo che i compensi fissi lordi sono diminuiti da 115,7M a 107,9M (-7M) mentre sono aumentate le quote variabili legate ai risultati sportivi (+4,9M) verosimilmente per effetto del secondo posto.
Gli ammortamenti e le svalutazioni sono invece crollati di 44,5M. Ciò è dovuto prevalentemente ai minori ammortamenti dei diritti alle prestazioni pluriennali dei calciatori per 28,9M, quale conseguenza dalla campagna trasferimenti 2020/2021, nonché (come in questo blog si era ipotizzato un anno fa) per l’assenza di svalutazioni dei diritti pluriennali alle prestazioni di alcuni giocatori presenti invece nel precedente bilancio (19,9M nell’esercizio 2019/2020). In questo esercizio c’è stata una riduzione delle svalutazioni pari a 18M.
Gli oneri da gestione dei diritti dei calciatori sono in aumento a causa dei maggiori costi di acquisizione temporanea di cui parleremo più avanti.
Il calciomercato 2020/2021.
Le principali voci che meritano una menzione sono queste:

Da questo ritaglio è possibile individuare due curiosità: la prima riguarda la plusvalenza generata dalla cessione di Suso, pari a 20M grazie ad un valore di cessione di poco superiore. Il secondo dato riguarda i soldi che il Brescia ha pagato per Tonali. Fermi tutti: ma non dovrebbe essere il Milan a pagare il Brescia per il prestito del giocatore? Si, come vedremo più avanti il Milan ha pagato un onere altissimo per il prestito, pari a 10M di euro. Tuttavia, a conferma delle indiscrezioni giornalistiche uscite nei mesi scorsi, gli accordi con Cellino erano questi: il Milan avrebbe pagato tanti soldi per il prestito soltanto in caso di effettivo acquisto. Ma in caso di mancato esercizio dell’opzione, il Brescia avrebbe dovuto restituire 5 milioni al Milan. Cosa effettivamente avvenuta, com’è possibile leggere dal ritaglio di bilancio. Quindi l’operazione legata al prestito di Tonali è costata complessivamente 5 milioni di euro (10 per il prestito meno i 5 restituiti da Cellino).


Stavolta l’unica minusvalenza di rilievo è riferibile alla cessione di Musacchio.
Dall’analisi del calciomercato è possibile constatare come il club rossonero abbia effettuato diverse operazioni con un impatto contenuto sui conti. Dal bilancio scopriamo anche, finalmente, quanto è costato Rebic. Ecco il dettaglio:
Principali acquisti a titolo temporaneo:
- Tonali per 10 milioni
- Tomori per 600 mila euro
- Meite per 500 mila euro
- Dalot per 500 mila euro
- Diaz per 200 mila euro
Principali acquisti a titolo definitivo:
- Rebic per 6,7 milioni (costo agente 1,3 milioni)
- Saelemaekers per 5,2 milioni (costo agente 0 euro)
- Hauge per 4,8 milioni (costo agente 480 mila euro)
- Kjaer per 3,7 milioni (costo agente 0 euro)
- Tata per 1 milione (costo agente 300 mila euro)
- Kalulu per 1 milione dovuto a commissioni (costo agente 570 mila euro)
- Mandzukic per 400.000 euro dovuto a commissioni (costo agente 0 euro)
Nel prospetto dei diritti pluriennali, visibile in basso, è possibile scoprire anche quanto sono costati i due acquisti principali della stagione 21/22:
- Tomori per 28,8 milioni (costo agente 300 mila euro)
- Maignan per 14,3 milioni (costo agente 1,5 milioni)
Obiettivamente nessun giocatore sembra essere stato pagato più del dovuto. L’operazione Tonali è stata sistemata con il particolare accordo sopra citato, mentre i prezzi pagati per Maignan e Tomori sembrano corretti se non minori rispetto al loro valore potenziale. Il prezzo di Rebic evidentemente è stato pattuito in base alla svendita di Silva (svalutato nel bilancio precedente per 11M); a causa di ciò, se la Fiorentina avrà effettivamente diritto al 50% della cifra pagata dal Milan all’Eintracht, l’ammontare sarà di soli 3,35 milioni. Tutto ciò era stato ampiamente previsto nell’analisi dello scorso bilancio, presente in questo blog (link).
Così come già accaduto in passato (es. Bacca), nel documento non vengono indicati i prezzi di cessione dei giocatori svalutati nel precedente esercizio (19/20) e venduti nel bilancio in commento (20/21): tra i più importanti Paquetà e Andrè Silva. La risposta è legata ad un principio contabile, come ci insegna Luca Marotta, dottore commercialista e revisore contabile che analizza da anni i bilanci delle società di calcio. Tecnicamente si chiama “Impairment test“: quando alla chiusura dell’esercizio si ha la certezza che il valore residuo del calciatore è superiore al prezzo di vendita effettuato, prima dell’approvazione del bilancio, si effettua la svalutazione del valore residuo adeguandolo al prezzo di vendita (stessa cosa fatta anche dalla Juve per CR7). In altri termini non vi è stata movimentazione nel c/economico, ossia i giocatori sono stati svalutati in modo tale da essere venduti al valore di carico residuo (2,86M di residuo per Silva e 20M di residuo per Paquetà al 30/6/20). Ergo non hanno generato minusvalenza e nemmeno plusvalenza (impatto neutro). Di queste operazioni conosciamo solo il flusso di cassa relativo al brasiliano nello specchietto “Crediti verso enti – settore specifico”: il Milan, dopo aver ricevuto la prima rata, vanta ancora un credito di 13M nei confronti del Lione. Nessun accenno al residuo di Silva perché verosimilmente la somma esigua è stata pagata in una unica soluzione, quindi il club rossonero non vanta alcun credito nei confronti dell’Eintracht. In definitiva, i più curiosi dovranno leggere i bilanci di Lione ed Eintracht per conoscere “ufficialmente” i prezzi di quei due giocatori.
Le svalutazioni sono quasi azzerate, passando da 19,9M a 1,8M e sono derivanti da cessioni a titolo definitivo minusvalenti, avvenute nel corso dei mesi di luglio e agosto 2021 (quindi, benché avvenute nell’esercizio in corso, come da prassi sono state caricate nel bilancio precedente chiuso al 30 giugno 2021).
Le commissioni per l’acquisto dei giocatori, che concorrono all’ammortamento del cartellino, seppur basse sono in aumento: nel mercato 20/21 (in riferimento ai 7 principali acquisti a titolo definitivo sopra indicati) il club ha avuto una spesa per agenti pari a 2,7M. Nel precedente esercizio la spesa per agenti dei principali acquisti era di 1,9M. Ciò dimostra che il club non si sottrae dal pagare le commissioni quando le reputa congrue rispetto al valore del giocatore.
A questi nuovi contratti si aggiungono anche incrementi sugli ammortamenti di Caldara per € 435.000 per un costo storico che sale a 36,8M, Bennacer per € 1 milione per un costo storico che sale a € 17,2M, Castillejo per € 200.000 per un costo storico che sale a 21,3M, Ibrahimovic per € 800.000 per un costo storico che sale a € 800.000 euro, Saelemaekers per € 1.500.000 per un costo storico che sale a € 5,25M. E’ bene ricordare che gli incrementi sono dovuti principalmente a commissioni o bonus maturati successivamente.
Prospetto completo delle variazioni dei Diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori: Link.
Posizione finanziaria netta, contributo del socio di maggioranza Elliott e patrimonio netto.

Il Milan è un club senza debiti finanziari importanti: infatti la società rossonera non ha obbligazioni o debiti verso soci. Gli unici debiti finanziari sono quelli verso le banche, non presenti nel precedente esercizio, e verso altri finanziatori, in diminuzione. I debiti verso le banche sono sorti a seguito dell’acquisto dell’immobile “Casa Milan”, ossia la sede del club. Infatti la società ha acceso un finanziamento bullet presso Unicredit con ripagamento al 18 febbraio 2023.

Invece i debiti verso altri finanziatori sono riferibili a debiti verso società di factoring per anticipazioni di crediti futuri quali ad esempio quelli derivanti da contratti inerenti ai diritti TV o da campagna trasferimenti. L’atteggiamento di Elliott fino ad oggi è chiaro: gestire il club con aumenti di capitale (risorse proprie) e factoring (crediti del club) senza appesantire la posizione debitoria con obbligazioni, come fatto dalla precedente gestione e come fanno tutt’oggi molti grandi club anche italiani.
Nel successivo specchietto viene rielaborata la progressione della Posizione Finanziaria Netta nel corso degli ultimi anni, con l’aggiunta del saldo dei crediti/debiti da calciomercato (in ossequio ai parametri UEFA): in tal caso il debito netto, grazie all’equilibrio tra debiti e crediti vs altri club, si riduce a -102,3M e rappresenta un valore invidiabile rispetto alla concorrenza che in molti casi (es. Inter, Juve, Roma) presenta Posizioni Finanziarie Nette molto più gravose della nostra. È presumibile immaginare che Nyon apprezzi tutto ciò.

Questa, invece, è la situazione dei crediti e dei debiti nello stato patrimoniale:


Per ciò che attiene al contributo economico dell’attuale socio di maggioranza, è possibile constatare come il fondo Elliott continui a supportare economicamente l’AC Milan con poderosi aumenti di capitale.

Nel corso dell’esercizio 2020/2021 il fondo Elliott ha immesso altri 129,5M sotto forma di aumenti di capitale. Grazie a ciò, il patrimonio netto al 30 giugno 2021 è arrivato a +67,3M. Una cifra che, da sola, sarà probabilmente sufficiente a coprire il deficit dell’attuale esercizio 2021/2022.
Volendo riepilogare gli investimenti del fondo Elliott nell’AC Milan, è possibile affermare che ad oggi l’esposizione della famiglia Singer è la seguente:
- Aumenti di capitale: 1) 265,4M al 30/6/19, tuttavia di questi ben 119,5M erano stati già investiti attraverso i due bond poi convertiti in equity, e 10M erano stati già investiti da Mr Li attraverso un prestito, anch’esso convertito in equity. Quindi se consideriamo i 265,4M depurati dai soldi già investiti (119,5M e 10M), i “nuovi” aumenti di capitale al 30/6/19 corrispondono a 135,9M. Poi troviamo 2) 145M investiti nel 19/20 e 3) altri 96,5M iniettati da luglio a ottobre 2020, anticipazione dei complessivi 129,5M immessi nel 20/21.
- Prestito concesso a Mr Li per l’acquisto delle quote club = 202M, come risulta dai bilanci pubblicati in Lussemburgo (Link).
Sulla base degli allegati numeri 4) presenti nei bilanci del Milan (“Variazioni del patrimonio netto”) è possibile riepilogare schematicamente il contributo dell’azionista di maggioranza fino ad oggi:
Esercizio di riferimento | Conferimenti apportati |
Stagione 2018/2019 | 265,4 milioni di € (Link) |
(- 119,5 milioni di € – 10 milioni di €) | |
Stagione 2019/2020 | 145 milioni di € (Link) |
Stagione 2020/2021 | 129,5 milioni di € (Link) |
Totale | 410,4 milioni di € |
Esposizione totale al netto dei due bond ed il prestito di Mr Li, convertiti in equity, più il prestito concesso ai cinesi per l’acquisto del club:
265,4 – 119,5 – 10 + 145 + 129,5 + 202 = 612,4 milioni di euro.
Da quando ha preso in mano le redini della società, ossia tre anni fa, il fondo Elliott ha iniettato circa mezzo miliardo di aumenti di capitale che, unitamente ai soldi prestati per le quote societarie, portano la sua esposizione a sfondare quota 600 milioni di euro. Un contributo importantissimo che, tuttavia, non potrà andare avanti per sempre perché più aumenterà l’esposizione e più diventerà complicato rientrare dall’investimento. Sul punto è bene specificare che l’attuale documento nella parte “Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura del periodo” (da luglio a ottobre 2021) non fa menzione di alcun ulteriore aumento di capitale (nello scorso esercizio, invece, dopo la chiusura del bilancio vennero iniettati altri 96,5M). Gli unici accenni ad avvenimenti post giugno 2021 riguardano la liquidazione della società controllata AC Milan (Beijing) Sports Development Co. Ltd., l’ottenimento della Licenza Nazionale ai fini dell’ammissione al campionato professionistico 2021/2022 e una linea di finanziamento “confirming” con un primario Istituto di Credito.
Il Fair Play Finanziario: cosa si aspetta il club rossonero.


Com’è possibile leggere, il club si aspetta di ricevere delle sanzioni nel corso dell’attuale monitoraggio, ed è comprensibile visti i rilevanti deficit accumulati nel corso degli ultimi anni. Ciò malgrado le misure transitorie messe in atto dalla UEFA (ne ho già parlato qui: Link).
Vedremo che tipo di sanzioni riceverà il club e se il Consent Award stipulato a Losanna condurrà il Milan almeno alla stipula di un Settlement Agreement (che tuttavia sembra improbabile nella sua forma classica, come dico più in basso).
Bisogna ricordare che la UEFA tende a limitare ciò che invece sta facendo il fondo Elliott, ossia tenere in piedi il conto economico con massicci aumenti di capitale. Ad oggi non è dato sapere se il club stia agendo con il beneplacito di Nyon: tuttavia è innegabile che aver “caricato” il precedente bilancio 2019/2020 può avere una sua logica se il Settlement Agreement o i futuri accordi tombali con la UEFA partissero dalla stagione 20/21 in poi. In caso contrario rispettare vincoli finanziari sulla base degli ultimi deficit sarebbe complicato, per usare un eufemismo.
A conferma di ciò sono arrivate le dichiarazioni di Gazidis, che un anno fa, durante l’assemblea dei soci, ha dichiarato quanto segue: “se dovessimo giocare le competizioni europee 21/22, la nostra prossima valutazione arriverà ad ottobre 2021. La UEFA esaminerà l’andamento finanziario recente, al netto degli effetti negativi causa COVID. Se la tendenza sarà positiva, discuteremo il nostro percorso con le regole in atto. Sarebbe prematuro parlarne già oggi, ma grazie alla disciplina finanziaria che stiamo utilizzando, e grazie anche ad una proprietà forte, siamo sicuri che arriveremo al percorso giusto per essere conformi ai parametri UEFA”.
E’ bene sottolineare che, come ho già avuto modo di riportare nell’ultimo approfondimento sul punto (Link), i prossimi esercizi fiscali che la UEFA analizzerà sono i seguenti:
- Monitoraggio 20/21: esercizi 17/18 (T-1) e 18/19 (T-2). In tal caso nella valutazione corrente è stato espunto l’esercizio 19/20 (T), ossia il bilancio colpito da pandemia.
- Monitoraggio 21/22: esercizi 19/20+20/21 (T), considerati come un unico periodo di rendicontazione, 18/19 (T-1) e 17/18 (T-2).
Questi sono i monitoraggi classici, che ovviamente potrebbero andare in deroga nel caso in cui si firmasse un Settlement Agreement (accordo che, come già spiegato plurime volte, guarda al presente/futuro e non al passato).
Come potete comprendere, nel corso della stagione 20/21 la UEFA non ha interrotto il monitoraggio. Tuttavia Gazidis ha affermato che il Milan parlerà con Nyon soltanto ad ottobre 2021 (ossia in queste settimane). Tale comportamento non appare coerente con le ultime modifiche apportate al FFP e nemmeno con il regolamento in generale. Ed in effetti, ripercorrendo la giurisprudenza della CFCB, questo è il primo caso assoluto in cui un club che si qualifica e disputa una competizione europea nella stagione X, viene poi valutato (ed eventualmente sanzionato) se nel corso della successiva stagione, X+1, torna nuovamente a qualificarsi. Solitamente, al contrario, nel momento in cui un club rimette piede in Europa (come ha fatto il Milan nel 20/21) deve subito rispettare i vincoli del FFP ed i relativi monitoraggi. Basti ricordare il Milan 2017/18 da poco acquistato dai cinesi: qualificato per la EL 17/18, sanzionato implacabilmente nel successivo giugno 2018.
L’atteggiamento della UEFA nei confronti dell’AC Milan (vedremo se anche nei riguardi di altri clubs) potrebbe avere plurime motivazioni: le circostanze difficili che viviamo causa COVID; la grande fiducia nei confronti di una proprietà che sta facendo il suo dovere iniettando capitale, utilizzando soltanto il factoring ed azzerando le obbligazioni finanziarie; e da ultimo, ma non meno importante, il Consent Award stipulato a Losanna, tutt’oggi secretato.
Intanto nel corso dell’ultima assemblea che ha approvato il bilancio 20/21, Gazidis ha affermato quanto segue: “Siamo sempre in costante contatto con la UEFA, ma l’incontro (che come avete letto era previsto ad ottobre 2021, ndr) è stato spostato nei primi mesi del 2022. Ci sarà un periodo di transizione tra vecchio e nuovo regolamento e c’è una discussione in corso”.
Dunque, alla luce delle ultime novità, abbiamo compreso che l’incontro con la UEFA è ulteriormente slittato al 2022 nell’attesa che vengano introdotte le nuove regole.
A ciò bisogna aggiungere un ulteriore aspetto, non secondario: le succitate modifiche transitorie al FFP si spingono fino al monitoraggio 21/22 che osserva i bilanci fino al 20/21. Ergo le spese di oggi (bilancio 21/22) verranno valutate nel monitoraggio 22/23 da cui potrebbe partire il nuovo FFP – già annunciato dalla UEFA – che abolirà il pareggio di bilancio. Quindi l’esercizio in commento, ossia il 20/21, potrebbe essere l’ultimo (insieme ai precedenti) ad essere valutato e sanzionato con le vecchie regole. Ma in che modo accadrà tutto ciò? Il club subirà una sanzione tombale con una multa da pagare una tantum, o dovrà stipulare degli accordi anche per i prossimi anni, quando però ci saranno regole diverse? Oppure andrà tutto in cavalleria e si ripartirà da zero con il nuovo FFP? Lo scopriremo nei prossimi mesi, ma appare difficile che il Milan venga sanzionato con un Settlement Agreement che, lo ricordo, punta al pareggio di bilancio (che verrà eliminato) in un dato momento futuro (quando avremo regole diverse che, appunto, escludono il BEP). Ergo, bisognerà capire in che modo la UEFA gestirà il periodo transitorio e le vecchie pendenze relative ai deficit dal 20/21 in giù: probabilmente sarà questo l’oggetto delle discussioni con Nyon.
Superleague: gli obblighi assunti dal Milan verso la UEFA.
Nel bilancio 20/21 viene segnalata anche la questione afferente al progetto Superlega, poi naufragato dopo pochi giorni dalla sua creazione. Nel documento viene chiaramente affermato quanto segue: il 17 aprile 2021 il club rossonero, insieme ad altri 11 clubs, ha formalizzato un accordo (l’”Accordo Originario”) per la creazione, subordinatamente all’avveramento di talune condizioni sospensive, di una competizione europea a venti squadre chiamata “Super League” (la “SL”) alla quale la prima squadra di AC Milan avrebbe preso parte in via permanente quale club fondatore.
In data 18 aprile 2021 il Milan , insieme ad altri otto Club Fondatori, è divenuto socio, tramite sottoscrizione di un aumento di capitale e versamento di un importo di 200 migliaia di Euro, della European Super League Company S.L.U. (la “SL Company”), ossia della società di diritto spagnolo costituita allo scopo di far nascere e di gestire la prospettata SL. Successivamente, come previsto negli accordi tra i Club Fondatori, il Milan ha effettuato un ulteriore versamento a patrimonio netto della SL Company pari a 1,8 milioni di Euro. In seguito all’annuncio pubblico del progetto della creazione della SL la U.E.F.A., nonché altri organi sportivi affiliati alla UEFA, hanno espresso la propria contrarietà alla creazione della SL e hanno pubblicamente annunciato l’adozione di sanzioni disciplinari nei confronti dei Club Fondatori.
A seguito dell’avvenuta risoluzione (termination), secondo le modalità previste nell’Accordo Originario, del progetto della SL e dello stesso Accordo Originario, il Milan (insieme a taluni altri Club Fondatori) ha raggiunto con la U.E.F.A. una definizione bonaria della vicenda (l’”Accordo UEFA”) e in tale ambito il club rossonero ha assunto taluni impegni nei confronti della U.E.F.A. tra cui quello di corrispondere alla U.E.F.A. Foundation For Children, unitamente agli altri club firmatari dell’accordo con la U.E.F.A., un importo complessivo pari a 15 milioni di Euro, suddiviso tra i vari club pro rata, entro 12 mesi dalla sottoscrizione dell’accordo. Sulla base di tale accordo il Milan ha anche acconsentito a che la U.E.F.A., nella prossima competizione U.E.F.A. alla quale il club dovesse qualificarsi (rimanendo inteso che la prima stagione utile a tal proposito sarà la stagione 2023/2024), trattenga il 5% dei ricavi spettanti alla Società in relazione a tale stagione.
A seguito del raggiungimento dell’Accordo U.E.F.A. il club – com’è possibile leggere nel bilancio – ha appreso da fonti pubbliche (quindi non direttamente dalla UEFA) che il Tribunale Commerciale di Madrid ha emesso un provvedimento provvisorio, nel contesto di un giudizio pendente avanti a tale Tribunale, che ha ordinato alla UEFA, inter alia, di annullare certi aspetti delle obbligazioni assunte nei propri confronti dai club firmatari dell’Accordo UEFA.
In ogni caso, malgrado la risoluzione dell’accordo, dal bilancio è possibile osservare come il club rossonero al 30 giugno 2021 mantenga ancora una partecipazione di 2 milioni nella company “European Super League Company” (Link). Questo a conferma di quanto rivelato da El Confidencial (Link), secondo il quale nessuno dei 9 club uscenti ha venduto la propria quota all’interno del veicolo spagnolo, mantenendo la proprietà delle azioni della società che dovrebbe gestire la Super League.
Considerazioni conclusive.
Prima di procedere alle considerazioni conclusive appare opportuno riscrivere ciò che si ipotizzava un anno fa, a conclusione dell’analisi sul bilancio 19/20:
“L’AC Milan ha registrato una perdita considerevole ma possiamo già affermare che ciò non accadrà nell’esercizio corrente, ossia il 2020/2021
Infatti, nell’attuale bilancio (salvo altri collassi del sistema a causa del COVID-19) potremo contare su maggiori ricavi derivanti da:
- Diritti TV Serie A 20/21 contabilizzati al 100%
- Diritti TV Serie A 19/20 per circa il 24%
- Diritti TV Europa League 20/21
- Incassi gare Serie A 19/20 (*se gli stadi riaprono)
- Incassi gare Serie A 20/21 per 19 partite (*se gli stadi riaprono)
- Incassi gare Europa League 20/21 (*se gli stadi riaprono)
Tutto ciò porterà ad un notevole incremento dei ricavi che presumibilmente, al netto del Player Trading, torneranno a salire.
Inoltre, nell’attuale bilancio avremo minori costi derivanti da:
- Assenza di svalutazioni (20M)
- Circa gli ammortamenti, possibilità di andare in deroga (grazie al DL 104/20) rispetto a quanto previsto dalla normativa base. Ciò causerà la sospensione ed il prolungamento di un anno di tutti gli ammortamenti, che torneranno ad essere contabilizzati dalla stagione 21/22.
- Taglio degli ammortamenti ad oggi già quantificabile in 25/30M e ulteriormente migliorabile con prolungamenti mirati a diversi calciatori (es. Kessie, Calhanoglu, Conti). L’eventuale aumento degli stipendi relativo ai prolungamenti sarà mitigato da due fattori: 1) margine ricavato dallo scostamento con il 19-20 per effetto del mercato estivo 2020; 2) inizio esecutivo dei nuovi contratti ad esercizio inoltrato: siamo già a fine ottobre quindi 4 mesi in meno rispetto all’annualità piena
Tutto ciò porterà ad un decremento dei costi che auspichiamo non avrà altre svalutazioni e minusvalenze. La conseguenza è che il prossimo deficit risulterà almeno dimezzato, ma è possibile ipotizzare un abbattimento anche del 60 o 70%, ammesso che la sessione di mercato gennaio 2021 non porti variazioni significative in senso economico (siano esse di segno positivo o negativo).
Se quindi la squadra dovesse raggiungere la qualificazione Champion’s League, il bilancio 2021/22 – quello in cui potrebbe iniziare il Settlement Agreement – avrebbe un ulteriore incremento dei ricavi e inizieremmo finalmente quel circolo virtuoso che, in presenza anche di un aumento dei ricavi caratteristici (es. sponsor, ancora stagnanti), potrebbe farci uscire dal pantano-UEFA in cui ci troviamo.“
Ebbene, alla luce di quanto avete letto nel corso di questa relazione, è possibile affermare che si è puntualmente verificato quanto ipotizzato un anno fa.
Infatti, nel bilancio in commento il deficit è risultato dimezzato e si è visto un sensibile incremento dei ricavi grazie alla particolare rendicontazione dei diritti TV della serie A (causa Covid), alla partecipazione alla Europa League e all’ottimo lavoro sulle sponsorizzazioni. Invece i minori costi sono dovuti principalmente ai minori ammortamenti e minori svalutazioni.
Volgendo lo sguardo al bilancio attuale, quindi il 2021/2022, appare opportuno indicare quali voci potrebbero aumentare e quali diminuire in relazione al valore e al costo della produzione.
Il valore della produzione vedrà certamente un decremento dei diritti TV da serie A, a causa del ritorno alla normale rendicontazione di 38 partite. Per tale motivo è lecito attendersi una riduzione di circa 21/22M. Tra i ricavi “straordinari” ci sono inoltre 8M di accantonamenti girati a ricavo e i 5M pagati dal Brescia per Tonali. Ciò però sarà compensato dai maggiori ricavi derivanti dalla partecipazione alla Champion’s League 21/22, stimabili in almeno 40M (se ci si ferma ai gironi) tra bonus partecipazione/market pool/ranking storico. E non solo.
Grazie alla riapertura degli stadi, gli incassi da botteghino Serie A+CL torneranno finalmente a salire da quota zero e saranno stimabili in almeno 40M. Per quanto attiene ai proventi da sponsorizzazioni, l’auspicio è che la curva continui a salire. Infine i proventi derivanti dalla gestione di calciatori (c.d. player trading) necessiteranno di qualche cessione intelligente e proficua che non abbassi la soglia attuale e, anzi, l’aumenti. Purtroppo ad oggi siamo ben al di sotto rispetto ai 20M di plusvalenze generate con Suso, ma la situazione può cambiare fino a giugno.
Quindi il valore della produzione da cui ripartiremo, al netto delle suindicate voci straordinarie, è di circa 245-250M a cui andranno aggiunti i maggiori ricavi da CL e il botteghino stadio.
I costi della produzione sono arrivati ad una cifra tale che appare difficile un ulteriore decremento importante, senza che questo comporti un indebolimento della squadra. Inoltre, al contrario di quello che ha sempre pensato e scritto certa stampa, è bene precisare che non è stata fatta chissà quale razionalizzazione sulle spese dato che quelle odierne sono identiche a quelle di 3 anni fa (al 30/6/18 il “carrozzone” costava 345,3M). Ciò posto, la campagna acquisti 21/22, sulla base di stime prudenti, per ora non dovrebbe aver aumentato il monte complessivo degli ammortamenti dei giocatori (tuttavia manca ancora il mercato di gennaio).
Ergo, la capacità di ridurre ulteriormente il deficit nel prossimo bilancio (rispetto all’attuale -96,4M) dipenderà principalmente dalla capacità della società di aumentare i ricavi per avvicinarsi quanto più possibile a quota 300M, obiettivo che – in base a quanto detto sopra – sembra alla portata. In quel caso, se i costi resteranno uguali, sarà possibile ipotizzare un ulteriore dimezzamento del deficit.
Avv. Felice Raimondo
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