Nella giornata odierna il TAS di Losanna, tra le mura dello stupendo Château de Béthusy, ha ratificato l’accordo tra Milan e UEFA relativamente alle vertenze in corso. In questo articolo illustrerò i presupposti giuridici e fattuali che hanno permesso un simile epilogo, nonché le prospettive che potrebbero aprirsi nell’immediato futuro.
Capitoli:
- L’accordo conciliativo con la UEFA.
- Le prospettive per il club rossonero.
L’accordo conciliativo con la UEFA
Ecco nel dettaglio il dispositivo dell’accordo:
“Losanna, 28 giugno 2019 – La Corte Arbitrale dello Sport (CAS) ha emesso un Consent Award che sancisce l’accordo raggiunto tra AC Milan SpA e l’Unione delle Associazioni di Calcio Europee (UEFA) in merito alle violazioni dei Regolamenti UEFA sul Fair Play Finanziario da parte del club italiano. Il Consent Award è pubblicato sul sito web CAS (Link).
L’accordo tra le parti è il seguente (testo integrale):
i. La decisione emessa dalla camera giudicante dell’organo di controllo finanziario dei club UEFA nella causa AC-05/2018 del 20 novembre 2018 (vale a dire la decisione impugnata nella causa CAS 2018/A/6083) è accantonata.
ii. La decisione emessa dalla Camera di indagine dell’organo di controllo finanziario dei club UEFA il 10 aprile 2019 (vale a dire la decisione impugnata nella causa CAS 2018/A/6261) è accantonata.
iii. Le decisioni di cui ai punti i) e ii) di cui sopra sono sostituite dal seguente ordine: “Il Milan è escluso dalla partecipazione alle Competizioni UEFA per club della stagione sportiva 2019/2020 come conseguenza della violazione degli obblighi di pareggio FFP durante i periodi di monitoraggio 2015/2016/2017 e 2016/2017/2018 “.
iv. La Camera giudicante dell’Organismo di Controllo Finanziario UEFA per Club, è invitata ad emettere un Ordine di procedura, riconoscendo l’esito del presente arbitrato e terminare il procedimento AC-01/2019 relativo al periodo di monitoraggio 2016/2017/2018, diventato altresì discutibile.
v. Le spese del procedimento CAS 2018/A/6083 e CAS 2019/A/6261 sono a carico del Milan.
VI. Ciascuna parte sopporta le proprie spese.
vii. Il lodo CAS sarà reso pubblico.”
L’accordo conciliativo, c.d. consent award, emesso in data odierna ricalca la struttura di quanto affermato nel precedente articolo sull’argomento (Link). In buona sostanza Milan e UEFA hanno deciso di chiudere cumulativamente le due vertenze che si sono sovrapposte dinanzi al CAS: la prima (CAS 2018/A/6083) riguardante la sanzione emessa dalla UEFA nel mese di dicembre 2018, che obbligava la società al pareggio di bilancio entro il 2021, pena una nuova esclusione dalle coppe. E la seconda (CAS 2019/A/6261) riguardante il nuovo deferimento dinanzi alla Camera Giudicante, emesso nel mese di aprile 2018.
Le due vertenze con la UEFA riguardavano due distinti periodi di monitoraggio, ossia quello riguardante i bilanci 14/15, 15/16 e 16/17 e il successivo riguardante i bilanci 15/16, 16/17 e 17/18. Quindi l’accordo conciliativo, almeno stando alla lettura del lodo, si arresta temporalmente al 30 giugno 2018. Ergo poco prima dell’ingresso di Elliott, che nei primi giorni di luglio 2018 ha acquisito la proprietà dell’AC Milan a seguito dell’inadempimento del precedente proprietario, Mr Li.
A tal proposito vale la pena sottolineare il comunicato del club, emesso pochi minuti dopo la pubblicazione dell’accordo dinanzi al TAS:
“Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha pronunciato un lodo arbitrale transattivo (consent award) che ratifica l’accettazione volontaria da parte di AC Milan di un’esclusione di un anno dalle competizioni europee per le violazioni della normativa UEFA sul Fair Play Finanziario relative ai periodi triennali 2014-2017 e 2015-2018.
L’attuale azionista di maggioranza ha rilevato il controllo del Club nel luglio 2018, ereditando consistenti e accumulate perdite, dopo che la proprietà precedente di AC Milan si era resa inadempiente ai debiti. Tali perdite e le conseguenti violazioni dei parametri del FFP, riconducibili alla gestione della proprietà precedente, hanno generato le sanzioni dell’UEFA. Pur nella profonda amarezza per il fatto che i nostri tifosi non potranno seguire la propria squadra nella prossima UEFA Europa League, il Club riconosce e rispetta il Financial Fair Play. AC Milan prende atto che non c’è altra via che accettare le sanzioni per poter intraprendere un percorso di ritorno al pieno rispetto delle regole.
AC Milan conferma il massimo impegno per riportare il Milan dove merita di stare, ai vertici del calcio europeo. La sanzione odierna rappresenterà un ulteriore stimolo a massimizzare gli sforzi per rientrare nei parametri del FFP e allo stesso tempo consolidare la competitività del Club, riportando AC Milan in uno scenario di sostenibilità e di un futuro sempre più positivo.”
Le prospettive per il club rossonero
Com’è possibile leggere nel comunicato, la società tende a sottolineare che la sanzione pattuita è il frutto di precedenti violazioni, tutte antecedenti al subentro di Elliott. Pertanto è ragionevole presumere che Singer abbia voluto azzerare i pregressi monitoraggi, deficit inclusi, e riaprire il dialogo con la UEFA a partire dal 1 luglio 2018. Ossia dal momento in cui il club è sotto la sua diretta responsabilità.
Tuttavia, partendo dal presupposto che ogni anno i club dialogano costantemente con la camera investigativa della UEFA, è ipotizzabile che nel corso della primavera 2020, quando scatterà il monitoraggio 16/17, 17/18 e 18/19, il Milan non venga nuovamente sanzionato dalla Camera Giudicante per dei bilanci coperti dall’accordo (ossia i 16/17 e 17/18).
In tal caso, infatti, continuerebbe quel circolo vizioso che, invece, il club avrà voluto presumibilmente interrompere. Ciò vuol dire che nella prossima primavera, la Camera Investigativa, sulla base dei contenuti (oggi riservati) dell’accordo stipulato tra Milan e UEFA, qualora il club si qualifichi per l’Europa, potrebbe concedere un Settlement Agreement. Quindi un piano di rientro che consentirà al Milan di centrare il BEP (pareggio di bilancio) in un lasso di tempo triennale o quadriennale, similmente a quanto fatto in passato con City, PSG, Inter e Roma. La sanzione concordata, che ci impedirà di partecipare alla prossima EL 19/20, non è ostativa in tal senso.
Il Settlement Agreement, come ho già avuto modo di spiegare in più occasioni, è una sanzione concordata tra UEFA e club dinanzi alla Camera Investigativa. Nel nostro caso tale provvedimento scatterebbe in virtù delle violazioni riguardanti i bilanci 16/17, 17/18 e 18/19. Quindi il Milan potrebbe concordare con la UEFA un percorso su base pluriennale con dei paletti intermedi da raggiungere, previa interruzione dei monitoraggi pregressi.
Purtroppo è impossibile spingerci in ulteriori dettagli, come ad esempio gli anni di copertura dell’ipotetico SA, giacché ad oggi non conosciamo i contenuti dell’accordo conciliativo. L’unica certezza è che un Settlement Agreement firmato nella primavera del 2020 non può partire dal 1 luglio 2018 e quindi tener conto del bilancio 18/19. La grande vittoria che i legali di Singer potrebbero aver ottenuto è proprio questa: garantire al club (all’interno del lodo conciliativo) la stipula di un Settlement Agreement che parta dal 2019/2020, ossia dalla stagione che inizierà lunedì prossimo. Ovviamente questo non lo verremo mai a sapere innanzitutto perché la concessione di un SA è assolutamente discrezionale e poi perché i dettagli dell’accordo rimarranno riservati. Ma a rigor di logica dovrebbe essere così.
Ciò detto, non possiamo far altro che goderci il calciomercato estivo e attendere i prossimi sviluppi, con la certezza che se il Milan ha dovuto lasciare sul piatto la partecipazione alla EL 19/20, la UEFA ha dovuto concedere qualcosa. Se si tratterà proprio del Settlement Agreement, ed a che condizioni, lo scopriremo il prossimo anno.
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